Reazioni internazionali alla situazione in Romania
Proteste senza precedenti negli ultimi 25 anni si sono svolti in più città della Romania dopo la decisione del governo di sinistra presieduto da Sorin Grindeanu di modificare i Codici Penali tramite decreti governativi d’urgenza.
Mihai Pelin, 02.02.2017, 13:29
Proteste senza precedenti negli ultimi 25 anni si sono svolti in più città della Romania dopo la decisione del governo di sinistra presieduto da Sorin Grindeanu di modificare i Codici Penali tramite decreti governativi d’urgenza.
A Bucarest, decine di migliaia di persone sono scese in strada e hanno protestato pacificamente. Però, verso la fine, si sono verificati alcuni incidenti provocati da gruppi infiltrati che hanno lanciato petardi e fumogeni contro i gendarmi ed hanno incendiato un pannello pubblicitario, mentre i protestatari cercavano di prendere le distanze da queste violenze.
E’ arrivata subito anche la reazione internazionale: le ambasciate di Francia, Germania, Olanda, Belgio, Canada e Stati Uniti hanno espresso la loro preoccupazione per gli avvenimenti degli ultimi giorni, precisando che le azioni del governo rischiano di danneggiare gravemente i partenariati con la Romania, basati su valori comuni specifici per l’UE e la NATO.
In un comunicato congiunto, le sei rappresentanze diplomatiche considerano che le modifiche adottate dall’esecutivo mettono in pericolo i progressi per quanto riguarda lo stato di diritto e la lotta alla corruzione, ma anche la posizione della Romania nella comunità internazionale. Le Ambasciate affermano che, ogni tanto, c’è bisogno di modificare leggi e procedure, ma questo va fatto solo tramite un processo ampio e credibile e consultando tutte le parti coinvolte. Anche la Camera di Commercio Americana in Romania ha espresso la sua profonda delusione ed ha precisato che gli atti normativi adottati minano lo stato di diritto, trasgrediscono i principi fondamentali della trasparenza e della prevedibilità e allontanano la Romania dai valori e dagli standard europei.
Preoccupati a causa dei recenti sviluppi in Romania si sono detti pure il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junker, e il primo vicepresidente, Frans Timmermans. Gli esponenti europei ricordano che la rimozione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica dipende dall’irreversibilità dei progressi realizzati nella lotta alla corruzione. Le misure che minano tali progressi hanno l’effetto di indebolire o di restringere l’area di applicazione della definizione di corruzione ai reati e avranno impatto sulle future valutazioni — hanno ammonito gli stessi.
Il premier Sorin Grindeanu ha risposto a Bruxelles tramite una lettera in cui ribadisce che il contrasto della corruzione resta una priorità del Governo di Bucarest. Nella sua opinione, il tema della concessione della grazia è legato al sovraffollamento delle carceri, che potrebbe determinare la Corte Europea dei Diritti Umani a sanzionare la Romania. Il premier aggiunge inoltre che l’adozione del decreto governativo d’urgenza sulla modifica del Codice Penale è stata fatta secondo la Costituzione e che si è cercato di armonizzare la legge con le decisioni della Corte Costituzionale. (tr. G.P.)