Reazioni ed effetti della crisi politica di Bucarest
I socialdemocratici romeni, al potere da solo un anno, accanto al partner junior ALDE, sono riusciti a divorare due premier del proprio partito. La crisi interna nel PSD, espressione del disaccordo fra il leader del partito, Liviu Dragnea, e i due premier, Sorin Grindeanu e Mihai Tudose, che lui stesso aveva proposto, si è trasformata, così, in un’ampia crisi governativa, con tutti gli effetti negativi che ne derivano.
Florentin Căpitănescu, 17.01.2018, 14:07
I socialdemocratici romeni, al potere da solo un anno, accanto al partner junior ALDE, sono riusciti a divorare due premier del proprio partito. La crisi interna nel PSD, espressione del disaccordo fra il leader del partito, Liviu Dragnea, e i due premier, Sorin Grindeanu e Mihai Tudose, che lui stesso aveva proposto, si è trasformata, così, in un’ampia crisi governativa, con tutti gli effetti negativi che ne derivano.
L’estate scorsa, i socialdemocratici si sono liberati di Grindeanu in seguito ad un’escogitazione unica nella storia post-comunista della Romania: il PSD ha rovesciato il proprio governo tramite mozione di sfiducia. Questa settimana, con Tudose nel ruolo della vittima, le cose sono andate più facilmente. Ha rassegnato le dimissioni senza scandalo, anche se le vertenze con Dragnea erano arrivate all’apice. La goccia che ha riempito il bicchiere — dicono i commentatori — è stato il rifiuto di Tudose di continuare a collaborare con la ministra dell’Interno, Carmen Dan, protetta da Dragnea, dopo uno sconvolgente scandalo di pedofilia nella Polizia.
La partenza di Tudose non è passata inosservata sulla stampa internazionale. La BBC nota che “dopo che il partito politico di cui faceva parte gli ha ritirato il sostegno, il premier ha affermato di dimettersi in maniera degna”. “Il partito è stato dominato dalla lotta per il potere, che ha portato anche al ritiro del suo predecessore, Sorin Grindeanu, a giugno”, commenta ancora la BBC. Dal canto suo, l’agenzia Reuters scrive che “le tensioni fra Tudose e il presidente del partito, Liviu Dragnea, sono scoppiate la settimana scorsa, quando il premier ha chiesto alla ministra dell’Interno, stretta collaboratrice di Dragnea, di rassegnare le dimissioni, accusandola pubblicamente di aver mentito. Dragnea tiene d’occhio fermamente sia il partito, che il Governo”, conclude la Reuters.
D’altra parte, come una normale conseguenza, la moneta nazionale — il leu — è calata al più basso livello in rapporto all’euro. In calo accentuato sono anche i principali indici di borsa. L’instabilità politica desta preoccupazione nel settore economico ed è bene che situazioni del genere siano risolte il prima possibile, sono del parere i rappresentanti del sistema bancario. Il presidente dell’Associazione Romena della Banche, Sergiu Oprescu: “Evidentemente, in momenti del genere, i mercati prendono in calcolo quello che succede dal punto di vista della stabilità e della prevedibilità. Ovviamente ciò desta preoccupazione. Noi speriamo che tali situazioni di bassa prevedibilità siano quanto più brevi. Qualsiasi forma di chiarimento delle situazioni politiche meno chiare, come questa, non fa che portare un più di fiducia, diciamo, dal punto di vista degli operatori sul mercato e degli investitori”.
Nel prossimo periodo, resta da vedere come si evolveranno le cose nel settore economico, finanziario e bancario, soprattutto se, dal punto di vista politico, la situazione non sarà presto rimediata.