Reazioni dopo le violenze di piazza a Bucarest
Ştefan Stoica, 13.08.2018, 15:26
Sono
stati tre giorni di proteste a Bucarest e nelle grandi città romene, alle quali
i partecipanti hanno denunciato, come nell’ultimo anno e mezzo, ciò che
considerano la corruzione e l’incompetenza del governo di sinistra insediato
dopo le elezioni politiche del 2016, nonchè le controverse modifiche alle leggi
sulla giustizia e al codice penale. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni
del governo PSD – ALDE presieduto da Viorica Dăncilă ed elezioni anticipate.
Sabato
e domenica, le dimostrazioni si sono svolte senza incidenti notevoli. Venerdi’,
invece, l’ampia protesta organizzata, nella capitale Bucarest, dai romeni della
diaspora, cui si sono affiancati connazionali rimasti in patria, ha avuto una
fine drammatica, che ha richiamato alla memoria le marce dei minatori su
Bucarest che hanno segnato i primi anni, i piùtorbidi, del periodo postcomunista. Provocate
dagli hooligan che non avevano nessun legame con la protesta della diaspora, le
truppe della gendarmeria hanno ricorso a misure di forza, come i gas
lacrimogeni e i cannoni d’acqua, per disperdere i manifestanti. Il bilancio -
intorno a 500 persone hanno avuto bisogno di cure mediche, 70 sono state
ricoverate in ospedale, tra cui 11 gendarmi.
È
stato un intervento legittimo, difensivo, hanno detto i rappresentanti della
Gendarmeria, difesa dal ministro dell’Interno, Carmen Dan, stando alla quale l’azione
in forza è stata giustificata dalle provocazioni degli hooligan. Il ministro ha
affermato che la reazione del presidente romeno Klaus Iohannis, che ha parlato
dell’intervento brutale dei gendarmi, è stata prematura e che spetta alla
Procura Generale la missione di chiarire l’accaduto e trovare i responsabili
delle violenze. Il presidente ha chiesto al ministro Dan di assumersi la
responsabilità per il modo in cui ha gestito la situazione durante le proteste
e di presentare un rapporto dettagliato sul modo in cui le forze dell’ordine
hanno agito e su ordine di chi. Il capo dello stato ha condannato fermamente
gli atti di violenza, a prescindere dagli autori, e ha chiesto la punizione dei
colpevoli. Klaus Iohannis considera che i gendarmi debbano avere un
atteggiamento difensivo, anzichè offensivo, che proteggano le istituzioni dello
stato, l’ordine costituzionale, ma innanzittutto i cittadini.
Il più contestato politico del
momento, il presidente della Camera dei Deputati e del Partito
Socialdemocratico, Liviu Dragnea, ha rassicurato i romeni che non permetterà a
nessuno di dissolvere la democrazia e sospendere i diritti e le libertà
individuali, di cambiare l’esito delle elezioni e rovesciare, con la violenza,
l’ordine nello stato romeno. Dragnea ha definito irresponsabili le critiche
mosse ai gendarmi dal presidente Iohannis, chiamandole un atto volto a minare l’autorità
dello stato. Il premier Viorica Dăncilă – bersaglio, dal canto suo, del
sarcasmo dei protestatari – ha condannao le azioni violente di cui ha detto che
sono state provocate da gruppi ben organizzati. Il Partito Socialdemocratico ha
chiesto alle autorità dello stato di stabilire in che misura gli atti di
violenza sono stati determinati da alcuni partiti e leader politici dell’opposizione.
Dal
canto opposto, il leader liberale, Ludovic Orban, ha parlato di un’azione
premeditata, mentre l’Unione Salvate Romania afferma che i gendarmi hanno
ricorso alla forza in modo abusivo e hanno provocato i manifestanti, invece di
estrarre dalla folla le persone aggressive. Le immagini captate dalle telecamere,
le foto scattate dai giornalisti e dai partecipanti alla protesta e le testimonianze
di questi ultimi indicherebbero una reazione sproporzionata delle forze dell’ordine.
Oltre 30 persone hanno sollecitato accertamenti medico-legali e hanno sporto
querela contro i gendarmi per lesioni corporee, insulti e fermi abusivi.