Reazioni dopo la domenica elettorale in Romania
Criticati spesso per il loro disinteresse e mancanza di impegno civico, i romeni sono stati i campioni della giornata elettorale di domenica. Metà di loro, un record assoluto, hanno votato alle europee, mentre il 41% – molto più della soglia di validità del 30% – hanno risposto all’invito del presidente al referendum consultivo. Uno al quale dovevano dire se sono d’accordo o meno con il divieto dell’amnistia e della concessione della grazia per gli atti di corruzione e se desiderano il divieto delle ordinanze d’urgenza nel campo della giustizia.
Ştefan Stoica, 27.05.2019, 14:17
Criticati spesso per il loro disinteresse e mancanza di impegno civico, i romeni sono stati i campioni della giornata elettorale di domenica. Metà di loro, un record assoluto, hanno votato alle europee, mentre il 41% – molto più della soglia di validità del 30% – hanno risposto all’invito del presidente al referendum consultivo. Uno al quale dovevano dire se sono d’accordo o meno con il divieto dell’amnistia e della concessione della grazia per gli atti di corruzione e se desiderano il divieto delle ordinanze d’urgenza nel campo della giustizia.
Sono diventate virali le code interminabili formate dai cittadini romeni all’estero che volevano esercitare il proprio diritto costituzionale a votare. Alcuni non sono riusciti, sebbene siano rimasti in fila per ore e sono diventati ovviamente frustrati, anche perché una situazione simile — che non ha raggiunto però le dimensioni del fallimento organizzativo di domenica — si era registrata alle presidenziali del 2014 con il voto all’estero. È anche il motivo per cui il presidente Klaus Iohannis e le principali forze dell’opposizione, il PNL e l’Alleanza 2020 USR PLUS, hanno chiesto le dimissioni del governo di sinistra PSD – ALDE.
Il presidente si è congratulato con i romeni per l’ampia presenza alle urne ed ha affermato che il voto trasmette ai politici un messaggio senza equivoco. Klaus Iohannis: “Avete espresso un voto chiaro, un voto fermo, un voto che non può essere ignorato da nessun politico in Romania. Avete votato per una politica corretta, per una giustizia corretta e indipendente, per un buon governo, per i romeni e per la Romania”.
Le elezioni europee hanno modificato la classifica al vertice della politica. Al primo posto è salito il PNL, seguito dal PSD. Al terzo, molto vicino, si piazza l’alleanza 2020 USR PLUS, preferita dalla diaspora e dai bucarestini. Le tre forze politiche hanno ottenuto fra il 20 e il 30%. Manderanno rappresentanti nel Parlamento Europeo Pro Romania, PMP e UDMR. Il PSD non perde solo il 20% rispetto alle politiche del 2016, ma anche il partner di governo, l’ALDE, che non ha superato la soglia del 5%.
Il presidente dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, ha ringraziato i romeni che hanno votato la lista del PSD e non hanno perso la fiducia nel programma di governo, però ha ammesso che non è un voto che lo accontenti. Percepito come principale beneficiario delle modifiche a cascata apportate alla legislazione penale, Dragnea ha dichiarato di non aver mai contestato il referendum sulla giustizia. Liviu Dragnea: “Vanno effettuate analisi con celerità e molto seriamente nel partito. A proposito del referendum, oggi ho preso le schede elettorali per il referendum e ho anche votato. Come ho detto più volte, non sono contrario a questo referendum e non sono contrario ai temi del referendum. Nella società romena non è mai esistita alcuna disputa per quanto riguarda la lotta alla corruzione o altri temi.”
Il leader del PNL, Ludovic Orban, è del parere che gli esiti delle europee e del referendum rappresentino la volontà dei cittadini romeni: “A cominciare da oggi, a nessun leader politico è permesso più di osare a parlare di amnistia, concessione della grazia o di come fare a pezzi la giustizia tramite ordinanze d’urgenza. Ringrazio i cittadini romeni che sono venuti a votare e che hanno votato per il Partito Nazionale Liberale”.
Il presidente PLUS, Dacian Cioloş, ha salutato il voto di domenica, che lui considera una prova della rinascita del Paese, mentre il suo compagno, il presidente dell’USR, Dan Barna, ha affermato che i risultati rappresentano una vittoria enorme per la Romania. Dan Barna: “Questa risposta è l’elemento che ci aiuta ad andare avanti e costruire il futuro. Questo referendum dimostra che, quando le forze decenti e di buon senso della società, il presidente della Romania e i partiti dell’opposizione che credono, che hanno creduto, che la giustizia debba rimanere indipendente, si uniscono, ecco, vediamo un referendum che è passato e che conferma che la giustizia deve restare indipendente e che la Romania deve essere un Paese europeo”.
Alla prima validazione elettorale, Pro Romania diventa la quarta forza politica, mentre il presidente del partito, l’ex premier Victor Ponta, considera che gli esiti dimostrano che in Romania si desidera un cambiamento.