Reazioni dopo la caduta del Governo
Criticato dai suoi avversari politici per aver cercato di modificare le leggi elettorali ponendone la fiducia, quindi senza alcun dibattito nel Parlamento, pochi mesi prima delle elezioni amministrative, il premier liberale Ludovic Orban non ha superato, mercoledì, il test della mozione di sfiducia contro il suo governo. Solo tre mesi è durato il mandato di questo esecutivo, il quarto dalle politiche del 2016 e il primo monocolore. I socialdemocratici all’opposizione (PSD), al potere fino alla fine dello scosso ottobre, quando sono stati allontanati dal governo tramite mozione di sfiducia, hanno fatto fronte comune adesso con ProRomania, partito presieduto dall’ex premier socialdemocratico Victor Ponta, e, sostenuti dall’UDMR, hanno raccolto più voti di quanti sarebbero stati necessari per rovesciare il governo Orban.
Corina Cristea, 06.02.2020, 13:30
Criticato dai suoi avversari politici per aver cercato di modificare le leggi elettorali ponendone la fiducia, quindi senza alcun dibattito nel Parlamento, pochi mesi prima delle elezioni amministrative, il premier liberale Ludovic Orban non ha superato, mercoledì, il test della mozione di sfiducia contro il suo governo. Solo tre mesi è durato il mandato di questo esecutivo, il quarto dalle politiche del 2016 e il primo monocolore. I socialdemocratici all’opposizione (PSD), al potere fino alla fine dello scosso ottobre, quando sono stati allontanati dal governo tramite mozione di sfiducia, hanno fatto fronte comune adesso con ProRomania, partito presieduto dall’ex premier socialdemocratico Victor Ponta, e, sostenuti dall’UDMR, hanno raccolto più voti di quanti sarebbero stati necessari per rovesciare il governo Orban.
La posta in gioco di quest’iniziativa non è affatto da ignorare — il numero dei turni in cui saranno organizzate le prossime elezioni amministrative. Attualmente è previsto un unico turno, situazione considerata favorevole ai partiti grandi, tra cui si annovera anche il PSD. Sebbene registri un forte calo di popolarità, il PSD continua ad avere il maggior numero di parlamentari e il maggior numero di sindaci. In questo contesto, loro sarebbero i primi ad essere svantaggiati nell’eventualità di un ritorno all’elezione in due turni, su cui i liberali hanno posto la fiducia. Anche il PNL, che, rispetto al 2016, ha raddoppiato il numero dei suoi elettori — arrivando a circa il 47%, secondo i sondaggi demoscopici — conta molti comuni, ma considera che l’elezione a due turni sia una variante che darebbe loro un più di legittimità.
Allo stesso tempo, la caduta del governo apre la strada alle elezioni anticipate — desiderate dai liberali, ma anche dal presidente Klaus Iohannis, stando al quale le anticipate sarebbero la soluzione più corretta per il Paese. La procedura prevista dalla Costituzione è, però, complessa. I tentativi di formare un nuovo governo dovrebbero fallire due volte in un periodo di 60 giorni prima che il presidente possa sciogliere il Parlamento. Il risultato accontenta sia il PNL, che il PSD, ma per ragioni diverse”, è del parere il politologo Cristian Pîrvulescu. Secondo lui, il PSD ha considerato di dover scegliere tra due mali — l’elezione dei sindaci in due turni o le anticipate — ed ha preferito le elezioni anticipate perché, sì, con questa mozione di sfiducia cominciano a crearsi e condizioni per le anticipate”.
L’attuale risultato è buono sia per il PNL, che per il PSD e l’UDMR, è del parere anche l’analista Radu Magdin. Per i liberali, la posta in gioco, di ottenere più del 35% dei seggi nel Parlamento, sarà molto probabilmente realizzata, mentre per i socialdemocratici e gli ungheresi è la chiave per mantenere le elezioni amministrative in un unico turno”, afferma Magdin. E aggiunge inoltre che il risultato, al di là di fingere una battaglia politica, dimostra anche l’esistenza di seri negoziati dietro le quinte. Secondo i sondaggi, l’unica ad essere svantaggiata è l’alleanza USR-PLUS”.