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Reazioni alle dimissioni del ministro della Difesa

Ieri, alla vigilia della Giornata dell’Esercito Romeno e di una riunione del Consiglio Supremo di Difesa del Paese, il ministro della Difesa, il socialdemocratico Vasile Dîncu, si è dimesso, motivando il gesto con l’impossibilità di collaborare con il capo dello stato Klaus Iohannis, che è anche il comandante supremo dell’Esercito. Se non l’avesse fatto, oggi si sarebbe seduto allo stesso tavolo con il presidente, alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa.

Reazioni alle dimissioni del ministro della Difesa
Reazioni alle dimissioni del ministro della Difesa

, 25.10.2022, 11:41

L’ex ministro ha spiegato su una rete sociale di aver ritenuto necessario ritirarsi dall’incarico per non recare alcun pregiudizio ai processi decisionali e ai programmi che richiedono fluidità nell’intera catena di comando e per non bloccare alcuni progetti assolutamente necessari all’ottimo funzionamento dell’Esercito della Romania. Dîncu afferma che nessuno gli ha chiesto di lasciare l’incarico, ma che da 6 mesi sente da varie fonti che dovrebbe farlo.

La sua situazione era, però, diventata impossibile, dopo alcune dichiarazioni sconcertanti per il modo in cui di scontravano con la posizione ufficiale della Romania, dei suoi alleati e partner, tutti al fianco dell’Ucraina. Vasile Dîncu ha dichiarato ad una tv privata che l’unica chance che la guerra finisse è il negoziato con la Russia. Un negoziato che, stando all’ex ministro della Difesa, dovrebbe svolgersi sotto gli auspici della NATO e degli Stati Uniti, da lui visti come garanti della sicurezza dell’Ucraina.

Tutti dobbiamo accettare l’idea che solo l’Ucraina deciderà quando, come e cosa negozia. Questa è la nostra posizione ufficiale, è la posizione ufficiale dell’Unione Europea e probabilmente alcune alte cariche da noi devono leggere più spesso la rassegna stampa e apprendere queste posizioni, aveva replicato il presidente Klaus Iohannis. L’opposizione ha chiesto spiegazioni a Dîncu, mentre il premier liberale Nicolae Ciucă lo aveva invitato ad una discussione per chiarire le cose.

Il tempo è passato e la situazione sembrava essersi calmata. Lo dimostra il fatto che i socialdemocratici sembrano ora sorpresi e totalmente impreparati per le nuove circostanze, che impongono una veloce proposta per il dicastero della Difesa, in base alla distribuzione dei ministeri nella coalizione PSD-PNL-UDMR. Il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu ha confessato di aver ritenuto che il momento era ormai superato e che Vasile Dîncu aveva offerto le spiegazioni necessarie. In fin dei conti, tramite le sue dichiarazioni, Dîncu non ha voluto dire che l’Ucraina dovesse cedere dei territori, aveva detto in precedenza Marcel Ciolacu.

Intanto, il premier Nicolae Ciucă ha assunto l’interim alla Difesa, che non può superare 45 giorni. I liberali hanno invitato i partner di coalizione a presentare al più presto una proposta seria e professionale per il dicastero della Difesa. Il presidente dell’USR, Cătălin Drulă ha reagito alle dimissioni di Dîncu, ritenendo l’ex ministro la vulnerabilità della Difesa. Stando al principale partito all’opposizione, Vasile Dîncu andava revocato da un paio di settimane. La Romania ha bisogno di un ministro della Difesa in grado di capire il suo ruolo estremamente importante in questi tempi torbidi, afferma l’USR.

foto: pixabay@sergeitokmakov
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