Reazioni ai documenti europei sulla Romania
Il voto di martedì della risoluzione del Parlamento Europeo e la presentazione del rapporto MCV dell’esecutivo comunitario, entrambi molto critici nei confronti dell’operato del Potere di Bucarest, hanno alimentato le già accese polemiche esistenti sulla scena politica romena. Le valutazioni europee sono due voti pessimi per l’attuale governo — ha constatato il presidente Klaus Iohannis, un costante critico del Governo PSD-ALDE.
Bogdan Matei, 14.11.2018, 13:42
Il voto di martedì della risoluzione del Parlamento Europeo e la presentazione del rapporto MCV dell’esecutivo comunitario, entrambi molto critici nei confronti dell’operato del Potere di Bucarest, hanno alimentato le già accese polemiche esistenti sulla scena politica romena. Le valutazioni europee sono due voti pessimi per l’attuale governo — ha constatato il presidente Klaus Iohannis, un costante critico del Governo PSD-ALDE.
Klaus Iohannis: “Questi molteplici cambiamenti e intenti di cambiamento delle leggi sulla Giustizia, dei Codici Penali hanno attirato l’attenzione in modo assai negativo. Queste cose ci creno danni enormi. È ovvio che i due documenti ci dicono praticamente che la Romania è tornata indietro di 11 anni, al periodo precedente l’adesione all’UE.”
Messa con le spalle al muro, la premier socialdemocratica Viorica Dăncilă afferma che la Romania non va giudicata in base a documenti elaborati altrove e promette che la sua equipe esecutiva darà una risposta. Viorica Dăncilă: “Vorrei che la Romania non fosse giudicata adesso in base a certe critiche, a certe risoluzioni più o meno reali, a certe cose che dicono gli uni o gli altri. A tutte queste cose risponderemo.”
Il capo del PSD e l’uomo forte della coalizione governativa, Liviu Dragnea, è del parere che, al di là di risoluzioni e rapporti MCV, per la Romania sono importanti altri temi, come la salute o l’istruzione. Sempre dalla maggioranza, il leader ALDE, partner-junior al governo, Călin Popescu-Tăriceanu, è del parere che il rapporto MCV non sia obiettivo e accusa la Commissione Europea di averlo politicizzato.
Călin Popescu-Tăriceanu: “La Commissione entra in una zona politica ingiustificata, perché il rapporto è uno strumento prevalentemente tecnico e abbiamo visto ultimamente una serie di approcci politici che penso mettano in dubbio il modo in cui la Commissione collabora con gli stati membri. Non credo che la Commissione possa mettere sotto un punto interrogativo le opzioni degli stati membri in certi settori che non rientrano in ciò che si potrebbe definire la logica della sussidiarietà.”
Il leader del PNL, il principale partito dell’opposizione, Ludovic Orban accusa invece il Potere si spingere la Romania alla periferia del continente. È un punto di vista condiviso anche dal presidente dell’USR, Dan Barna: “Questo governo è riuscito a portare la Romania al margine dell’Europa. Attualmente, ci piazziamo ovviamente ed esplicitamente dopo la Bulgaria, e il passo successivo è fuori dall’Europa. Questo governo deve andarsene, chiediamo le dimissioni di questo governo. Attualmente Liviu Dragnea e il PSD stanno trascinando la Romania fuori dall’Europa. Ora non è che siamo in qualche modo nella zona periferica, ci piazziamo persino dopo la Bulgaria, dopo di noi non c’è più nessuno.”
Il leader PMP, Eugen Tomac, afferma pure lui che, dopo essere sempre stato in controtempo con Bruxelles, l’attuale governo ha ricevuto un cartoncino rosso dai leader europei.