Rapporto trimestrale sull’inflazione
La Banca Centrale della Romania ha anticipato, a maggio 2022, uninflazione del 12,5% per la fine di questanno e del 6,7% per la fine del prossimo. Tre mesi dopo, le stime indicano valori in aumento, rispettivamente uninflazione del 13,9% per la fine dellanno e del 7,5% per la fine del 2023. Ora, la Banca Centrale avanza di nuovo percentuali in crescita, rialzando al 16,3% le previsioni inflazionistiche per la fine di questanno e all11,2% per la fine del prossimo anno, e stimando un calo a circa il 4% nel settembre del 2024. Il tasso di aumento dei prezzi si è temperato da un mese allaltro, affermano gli specialisti della Banca Centrale, ma ci saranno ancora differenze significative rispetto a periodi simili dellanno scorso e linflazione calerà man mano che diminuirà la pressione dei fattori che hanno determinato gli aumenti dei prezzi.
Corina Cristea, 15.11.2022, 14:10
La Banca Centrale della Romania ha anticipato, a maggio 2022, uninflazione del 12,5% per la fine di questanno e del 6,7% per la fine del prossimo. Tre mesi dopo, le stime indicano valori in aumento, rispettivamente uninflazione del 13,9% per la fine dellanno e del 7,5% per la fine del 2023. Ora, la Banca Centrale avanza di nuovo percentuali in crescita, rialzando al 16,3% le previsioni inflazionistiche per la fine di questanno e all11,2% per la fine del prossimo anno, e stimando un calo a circa il 4% nel settembre del 2024. Il tasso di aumento dei prezzi si è temperato da un mese allaltro, affermano gli specialisti della Banca Centrale, ma ci saranno ancora differenze significative rispetto a periodi simili dellanno scorso e linflazione calerà man mano che diminuirà la pressione dei fattori che hanno determinato gli aumenti dei prezzi.
Secondo il rapporto trimestrale sullinflazione, pubblicato lunedì dalla Banca Centrale Romena, questo scenario è caratterizzato da molteplici rischi, tra cui i più importanti sono gli effetti della guerra in Ucraina o levoluzione dei prezzi delle materie prime e dei beni, soprattutto energetici e alimentari. Il governatore della Banca Centrale Romena, Mugur Isărescu, ha spiegato: “Per quanto riguarda gli effetti della guerra in Ucraina, abbiamo adottato una posizione, diciamo, leggermente positiva, non ottimista. Essi si riassorbiranno gradualmente, non vediamo un massiccio deterioramento. Per quanto riguarda i prezzi delle materie prime, abbiamo dati che ci mostrano una certa stabilizzazione delle quotazioni. Stimiamo una graduale dissipazione delle sincopi nei blocchi delle catene globali del valore aggiunto, per quanto riguarda la situazione epidemiologica – non abbiamo dati che confermino una recrudescenza delle infezioni da COVID, mentre il mix di politiche macroeconomiche è positivo. Finora abbiamo lavorato bene con il Governo, stimiamo una continuazione della normalizzazione della politica monetaria”.
Mugur Isărescu ha, inoltre, precisato che gli aumenti dei tassi dinteresse di riferimento della Banca Centrale sono stati alla pari di quelli delle banche centrali della regione. I tassi di interesse in Romania non sono molto alti rispetto ad altri Paesi, e la moneta nazionale, il leu, è una delle più stabili valute della regione, ha spiegato il governatore, perché se anche il deprezzamento della moneta nazionale avesse portato pressioni inflazionistiche, la situazione del caro prezzi sarebbe stata molto più difficile, come mostra lesempio dellUngheria.
In Romania, i tassi di interesse sono aumentati a tappe, in quanto la Banca Centrale ha voluto dare tempo a chi ha prestiti in lei ad abituarsi ai nuovi livelli dei tassi di interesse e al fatto che il periodo dei tassi di interesse negativi o molto bassi è passato, ha precisato Mugur Isărescu. Allo stesso tempo, il governatore si è dichiarato fiducioso che il prossimo anno leconomia romena registrerà solo un rallentamento della crescita e non una recessione tecnica – la diminuzione del PIL per due trimestri consecutivi, e ha spiegato che questi sviluppi dipendono, principalmente, dalla capacità del Governo di attrarre soldi europei.