Rapporto su frodi nell’utilizzo dei fondi UE
L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha annunciato di aver condotto solo lo scorso anni 197 inchieste che hanno portato a 309 raccomandazioni e al recupero di 3 miliardi di euro per il bilancio comunitario. Uno dei tratti comuni nelle indagini portate a termine consisteva in un’intesa segreta tra il vincitore di una gara d’appalto e un consulente o il beneficiario del finanziamento. Anche il conflitto d’interessi ha ricoperto un posto importante in questi casi, coinvolgendo a volte politici e ampi progetti di acquisti pubblici. Stando ai media del continente, tre Paesi dell’est dell’Unione – Romania, Ungheria e Polonia – si sono trovati, a quanto pare, al centro delle più intense indagini. Non esiste necessariamente una connessione tra il numero delle inchieste e il livello di corruzione in un certo Paese. Se abbiamo un’investigazione consistente, significa che beneficiamo di una buona cooperazione di un certo Paese o che abbiamo a disposizione notevoli informazioni su quel Paese, ha spiegato il direttore generale di OLAF, il britannico Nicolas Ilett.
Bogdan Matei, 07.06.2018, 13:03
L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha annunciato di aver condotto solo lo scorso anni 197 inchieste che hanno portato a 309 raccomandazioni e al recupero di 3 miliardi di euro per il bilancio comunitario. Uno dei tratti comuni nelle indagini portate a termine consisteva in un’intesa segreta tra il vincitore di una gara d’appalto e un consulente o il beneficiario del finanziamento. Anche il conflitto d’interessi ha ricoperto un posto importante in questi casi, coinvolgendo a volte politici e ampi progetti di acquisti pubblici. Stando ai media del continente, tre Paesi dell’est dell’Unione – Romania, Ungheria e Polonia – si sono trovati, a quanto pare, al centro delle più intense indagini. Non esiste necessariamente una connessione tra il numero delle inchieste e il livello di corruzione in un certo Paese. Se abbiamo un’investigazione consistente, significa che beneficiamo di una buona cooperazione di un certo Paese o che abbiamo a disposizione notevoli informazioni su quel Paese, ha spiegato il direttore generale di OLAF, il britannico Nicolas Ilett.
11 inchieste riguardano l’utilizzo dei fondi europei in Romania che arriva così in testa alla classifica dei casi portati a termine nel 2017. Sono rilevanti due inchieste su progetti finanziati dal fondo europeo per lo sviluppo regionale. I rappresentanti di un Comune beneficiario hanno raggiunto un’intesa con la compagnia che aveva elaborato il progetto tecnico di una strada, per stabilire dei criteri restrittivi nei documenti per la gara d’appalto. Tutto a favore di un certo operatore economico che ha vinto il contratto dopo che gli altri partecipanti alla gare erano stati respinti sin dalla fase iniziale di valutazione. Le parti coinvolte hanno falsificato numerosi documenti, compreso il progetto tecnico della strada, ha constatato l’OLAF, calcolando il pregiudizio al budget dell’UE a 21 milioni di euro. L’Ufficio antifrode ha raccomadato alla Direzione generale della politica regionale e urbana della Commissione Europea di recuperare l’intera somma e ha trasmesso raccomandazioni giudiziarie alla Direzione Nazionale Anticorruzione di Bucarest al fine di avviare i procedimenti giudiziari.
A novembre 2017, i procuratori romeni anticorruzione hanno messo sotto accusa autorità politiche per frode nell’utilizzo dei fondi europei, associazione per delinquere e abuso d’ufficio. Per assicurare il recupero del pregiudizio, i procuratori hanno sequestrato i beni e bloccato i conti bancari delle rispettive persone. In un altro caso, questa volta transnazionale, l’OLAF ha smantellato uno schema complesso di frode tramite cui sono stati dirottati fondi comunitari per oltre 1,4 milioni di euro, che avrebbero dovuto essere utilizzati nella costruzione di prototipi di veicoli a cuscino d’aria per interventi in situazioni di emergenza. L’inchiesta ha constatato irregolarità anche nel caso di un progetto di ricerca e innovazione, aggiudicato da un consorzio europeo guidato da italiani, con partner di Francia, Romania e Gran Bretagna.