Rapporto Paese, fra crescita economica e povertà
Il rapporto Paese della Commissione Europea sulleconomia romena menziona i progressi, ma richiama anche lattenzione su certi rischi.
Roxana Vasile, 10.03.2016, 15:14
Lo stipendio medio netto dei romeni è calato, a gennaio 2016, di oltre l8% rispetto al precedente mese, ammontando a 1.943 lei, pari a circa 430 euro. Non è più un segreto per nessuno che gli stipendi bassi sono uno dei più importanti motivi per cui gli investitori sono attratti dallambiente daffari romeno.
In ugual misura, la Romania si piazza al primo posto nel top della disproporzione fra i redditi dei ricchi e quelli dei poveri: il rapporto è di 7,2 a 1, mente a livello europeo è di 5 a 1. Tuttavia, la Romania si piazza da anni nel top della crescita economica nellUE, però la maggioranza dei cittadini non avvertono tale crescita nella loro vita quotidiana.
La presenza del nostro Paese anche in un top della povertà dimostra che il modello di crescita non è a beneficio della popolazione. Questo paradosso – afferma il capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Bucarest, Angela Filote, non ha alla base la qualità, ma gli stipendi e i costi bassi.
«Da questo io deduco che il modello attuale di crescita economica esistente in Romania non lavora nellinteresse dei cittadini, perché, sebbene il Paese si sviluppi, i cittadini continuano ad essere poveri. Questo non è un modello di crescita da incoraggiare come modello sostenibile e durevole e che possa soddisfare laspirazione di tutti i cittadini, quello di avere un tenore di vita migliore», ha affermato Angela Filote.
Perciò, nel rapporto Paese per la Romania, la Commissione Europea raccomanda alle autorità di puntare su tre settori prioritari: il rilancio degli investimenti, la continuazione delle riforme strutturali e ladozione di politiche di bilancio responsabili.
Daltra parte, il ministro delle Finanze, Anca Dragu, afferma che gli investimenti sono stati ripresi dopo il calo registrato nel 2013, però nella zona privata, ammettendo allo stesso tempo che quelli pubblici continuano ad essere insufficienti e inefficaci.
«In Romania, la crescita economica è sostenibile. Abbiamo un ritmo di crescita negli investimenti del 7,5% nel 2015 e un aumento del consumo finale del 5,3%, dunque, gli investimenti restano il motore della crescita», ha detto Anca Dragu.
La crescita economica della Romania deve essere stimolata tramite misure strutturali, legate al capitale, alla manodopera e alla produttività – risponde anche il capo-economista della Banca Centrale della Romania, Valentin Lazea.
Una lista breve include, tra laltro un migliore assorbimento dei fondi europei, lincentivazione degli investimenti stranieri diretti, la promozione della Borsa Valori di Bucarest da un mercato di confine a uno emergente ma anche lincentivazione della sanità e della natalità, dellistruzione, della ricerca e dello sviluppo, la costruzione di strade che attraversino i Carpazi, ma anche lo sfruttamento agricolo.
Tutto ciò è difficile, non porta voti – aggiunge Valentin Lazea, ma, come richiama lattenzione la Commissione Europea in modo velato e diplomatico, non cè più posto per misure di rilassamento fiscale e monetario, che sono state ormai tutte esaurite. (traduzione di Gabriela Petre)