Rapporto dell’OCSE sulla migrazione
Un rapporto pubblicato, mercoledì, a Parigi, dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico rileva che nel 2018 il numero dei migranti è aumentato a livello mondiale del 2% rispetto al precedente anno. I motivi della migrazione variano, ma la meta è sempre la stessa — gli stati sviluppati del mondo, in cui hanno scelto di stabilirsi 5,3 milioni di persone che hanno lasciato i loro Paesi d’origine.
Corina Cristea, 19.09.2019, 14:19
Un rapporto pubblicato, mercoledì, a Parigi, dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico rileva che nel 2018 il numero dei migranti è aumentato a livello mondiale del 2% rispetto al precedente anno. I motivi della migrazione variano, ma la meta è sempre la stessa — gli stati sviluppati del mondo, in cui hanno scelto di stabilirsi 5,3 milioni di persone che hanno lasciato i loro Paesi d’origine.
La prima destinazione dei migranti è stata anche l’anno scorso l’USA, seguita dalla Germania e il maggior numero di cittadini hanno lasciato definitivamente la Cina, la Romania, l’India, la Polonia, il Vietnam, il Messico e la Siria. La maggior parte dei migranti è rappresentata da coloro che hanno scelto di stabilirsi in un altro Paese per motivi di lavoro oppure per affiancarsi alla famiglia che era già all’estero, mentre la migrazione per motivi umanitari e politici è diminuita considerevolmente, del 35% rispetto al 2017 – solo un milione di richieste d’asilo sono state inoltrate nei Paesi dell’OCSE, soprattutto da afgani, siriani, irakeni e venezuelani.
Un’altra categoria è rappresentata da coloro che emigrano a tempo determinato, da qualche settimana a qualche anno, per motivi di lavoro, i cosiddetti “lavoratori distaccati”, il cui numero ammontava a quasi cinque milioni nel 2017, all’ultimo aggiornamento dei dati. I dipendenti circolano soprattutto tra i Paesi europei, mentre la Polonia si piazza al primo posto come destinazione per i lavoratori che migrano temporaneamente per motivi di lavoro. In questo Paese sono attirati soprattutto ucraini, per i quali lo stato polacco ha modificato appositamente la legislazione, ma anche bielorussi.
Un’altra categoria di migranti temporanei è rappresentata dagli studenti stranieri negli stati sviluppati del mondo, il cui numero è aumentato l’anno scorso del 7% fino a 3,5 milioni, la prima destinazione essendo gli Stati Uniti. I dati centralizzati rilevano che dalla Romania sono emigrate nel 2018 quasi 500 mila persone. La maggior parte dei romeni sono arrivati in Germania — il 54%, in Gran Bretagna — il 12% e in Italia — il 10%. Dal punto di vista della migrazione verso la Romania la maggior parte sono arrivati da Moldova, Cina e Francia.
Nello stesso giorno in cui l’OCSE ha pubblicato il rapporto, l’argomento della migrazione è stato toccato pure a Roma, dove, dopo un anno di rapporti freddi culminati a febbraio con il richiamo dell’ambasciatore della Francia in Italia, il presidente francese, Emmanuel Macron e il premier italiano, Giuseppe Conte si sono incontrati ed hanno convenuto che tutti i Paesi dell’UE devono prelevare i migranti che arrivano in Italia. Per questo, afferma il leader francese, c’è bisogno di un meccanismo europeo automatico di accoglienza, che permetta di prelevare i migranti prima che arrivino in Malta e in Italia.