Rapporto Amnesty International: pandemia e diritti dell’uomo
Il COVID-19 ha “scosso” il mondo dall’anno scorso, le misure adottate dalle autorità dei vari Paesi per contrastare la pandemia hanno toccato tutti e, a volte, hanno aggravato le disuguaglianze e gli abusi esistenti. È il parere dell’organizzazione Amnesty International nel rapporto sulla situazione dei diritti dell’uomo nel mondo. Per quanto riguarda la Romania, le misure adottate dal Governo di fronte alla pandemia hanno destato preoccupazioni legate ai diritti umani, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento dell’ordine, della libertà di riunione pacifica e del diritto all’istruzione, sono del parere gli autori del rapporto.
Ştefan Stoica, 08.04.2021, 11:36
Il COVID-19 ha “scosso” il mondo dall’anno scorso, le misure adottate dalle autorità dei vari Paesi per contrastare la pandemia hanno toccato tutti e, a volte, hanno aggravato le disuguaglianze e gli abusi esistenti. È il parere dell’organizzazione Amnesty International nel rapporto sulla situazione dei diritti dell’uomo nel mondo. Per quanto riguarda la Romania, le misure adottate dal Governo di fronte alla pandemia hanno destato preoccupazioni legate ai diritti umani, soprattutto per quanto riguarda il mantenimento dell’ordine, della libertà di riunione pacifica e del diritto all’istruzione, sono del parere gli autori del rapporto.
Amnesty International ricorda che, a marzo 2020, il governo di Bucarest ha dichiarato lo stato di emergenza, sostituito successivamente con quello di allerta, misura che ha reso possibile la deroga temporanea di un certo numero di diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come il diritto all’istruzione, alla libera circolazione, alla libertà di espressione e di associazione. Quanto alla discriminazione, Amnesty International segnala che è ancora in attesa al Senato, già dalla fine dell’anno scorso, un ddl sul consolidamento della legislazione volta a contrastarla.
Secondo un rapporto della Commissione Europea, pubblicato a febbraio e citato dall’organizzazione, i rom hanno continuato a confrontarsi con la discriminazione e la segregazione, soprattutto nei settori istruzione e impiego della manodopera, come pure per quanto riguarda l’accesso alle abitazioni, essendo spesso oggetto di sgomberi forzati. Durante lo stato di emergenza, le ONG e i mass-media hanno riferito casi di uso illegale della forza da parte della polizia e maltrattamenti nei confronti dei rom. Più gruppi per la difesa dei diritti umani e ONG-uri hanno espresso preoccupazione per l’uso della popolazione rom come capro espiatorio durante la pandemia e hanno deplorato ciò che considerano “un aumento dei discorsi di odio e razzismo” contro queste popolazioni nei mass-media e sulle reti sociali, soprattutto da parte di leader di opinione o di altre personalità pubbliche influenti.
Quanto alla comunità LGBTI (lesbiche, omosessuali, transgender e intersessuali), il Parlamento ha adottato lo scorso giugno una legge che vieta soprattutto i corsi e l’istruzione sull’identità di genere. Votato in assenza di un dibattito pubblico, il testo include il divieto “delle attività di propagazione delle teorie o delle opinioni sull’identità di genere in virtù alle quali il genere è un concetto diverso dal sesso biologico e i due non sono sempre identici”, afferma Amnesty.
Al capitolo istruzione, l’organizzazione cita uno studio che dimostra le difficoltà con cui si sono confrontati i bambini delle categorie vulnerabili della popolazione nel contesto delle lezioni a distanza durante il lockdown. Gli alunni rom sono stati tra i più colpiti. Secondo lo studio, solo il 15% dei bambini dei gruppi emarginati ha partecipato regolarmente alle attività offerte online e i principali ostacoli sono stati la mancanza di equipaggiamento tecnico e di spazio per studiare adeguatamente in abitazioni sovraffollate, nonché l’incapacità dei genitori di offrire loro il sostegno necessario per fare i compiti.