Randagi: quali misure dopo tragedia bimbo dilaniato?
Una notizia terrificante ha riportato all’attenzione pubblica il problema dei cani randagi in Romania. Un bambino di 4 anni è morto nei giorni scorsi, dopo essere stato attaccato da randagi nei pressi di un parco di Bucarest, un luogo che, teoricamente, sarebbe dovuto essere sicuro. Suo fratello di sei anni è riuscito a salvarsi dopo essere stato morso al piede. Il medico che ha effettuato l’autopsia ha precisato che il bambino aveva centinaia di ferite da morso, era scalpato ed è morto per una massiccia emorragia. Chi è colpevole di questa tragedia? Nemmeno le autorità sono capaci di dare una risposta.
Leyla Cheamil, 05.09.2013, 14:20
Una notizia terrificante ha riportato all’attenzione pubblica il problema dei cani randagi in Romania. Un bambino di 4 anni è morto nei giorni scorsi, dopo essere stato attaccato da randagi nei pressi di un parco di Bucarest, un luogo che, teoricamente, sarebbe dovuto essere sicuro. Suo fratello di sei anni è riuscito a salvarsi dopo essere stato morso al piede. Il medico che ha effettuato l’autopsia ha precisato che il bambino aveva centinaia di ferite da morso, era scalpato ed è morto per una massiccia emorragia. Chi è colpevole di questa tragedia? Nemmeno le autorità sono capaci di dare una risposta.
Le misure prese finora sono le multe inflitte all’amministratore del terreno dove è avvenuto il terribile incidente, perchè non aveva un piano di sicurezza, e all’addetto alla sicurezza della proprietà, in quanto non era in possesso del certificato di competenze, mentre i vertici della Polizia Locale e della Direzione Generale di Assistenza Sociale e di Tutela dell’Infanzia del rispettivo rione della capitale pagheranno con il proprio incarico. Allo stesso tempo, il fascicolo aperto inizialmente dalla Procura presso il Tribunale di Bucarest è stato assunto dalla Procura Generale, e i procuratori hanno avviato le indagini per accertare il colpevole della morte del bambino.
Il sindaco generale della capitale, Sorin Oprescu, ha annunciato l’intento di indire un referendum locale sull’eutanasia per i randagi, che potrebbe svolgersi nell’ultima domenica di settembre o nella prima domenica di ottobre. Sorin Oprescu ha spiegato che sebbene la legge limiti le possibilità delle autorità locali in questa situazione, una consultazione popolare potrebbe persino cambiare le regolamentazioni in vigore.
“Abbiamo rispettato la legge e abbiamo fatto ciò che abbiamo pensato avrebbe portato ad un migioramento significativo. Ecco, invece, che la vita ci dimostra che non è andata proprio cosi’. Non aspetterò più fino a quando si decideranno di prendere in esame la legge”, ha detto Oprescu.
Anche il Governo cerca di trovare al più presto una soluzione corretta per questo problema, assieme ai parlamentari e alle autorità locali. Queste ultime hanno accusato un vuoto legislativo per quanto riguarda i randagi, fatto contraddetto però dal presidente della Commissione Giuridica della Camera dei Deputati, Bogdan Ciuca.
“C’è un ordinanza di urgenza che stabilisce molto chiaramente gli obblighi e le procedure sull’alloggio ai cani randagi, sulla loro cattura, le cure, la sterilizzazione, le adozioni, la rivendicazione dei randagi catturati, e si fa riferimento inclusivamente all’eutanasia, se entro 7 giorni non vengono adottati, nè rivendicati”, spiega Ciuca.
I dati del più recente censimento della popolazione canina indicano che per le strade di Bucarest vivono circa 64.000 randagi. In altre città romene, come Cluj e Costanza, le autorità nemmeno hanno una statistica esatta.