Radio Romania celebra 88esimo
Valentin Țigău, 02.11.2016, 15:44
Il 1 novembre del 1928, ha
cominciato a trasmettere la Società romena di Diffusione Radiotelefonica. Le
parole Pronto, qui Radio Bucarest! sono state pronunciate dal primo
presidente dell’istituzione, il fisico Dragomir Hurmuzescu. Sono 88 anni pieni
di storia e segnati dai periodi politici e sociali attraversati dalla Radio
Pubblica romena, 88 anni in cui Radio Romania ha sostenuto la cultura romena ed
è stata un attore importante nella formazione dell’identità editoriale. Radio
Romania è, adesso, la più importante istituzione media in Romania, grazie al
numero di ascoltatori che si sintonizzano quotidianamente sulle sue frequenze,
grazie alle campagnie in cui si implica e ai progetti culturali di ampia
portata che sviluppa. Alle emittenti Radio Romania Attualita, Radio Romania
Culturale, Radio Romania Musicale e Antenna dei Villaggi si aggiungono gli
studi regionali e locali, le emittenti on line per i bambini e i giovani, e
Radio Romania Internazionale, che trasmette programmi in dieci lingue straniere
(arabo, cinese, inglese, francese, tedesco, italiano, serbo, spagnolo, russo e
ucraino), in romeno e nel dialetto aromeno.
Per l’anniversario, Elettra
Marconi, figlia dell’inventore della radio Guglielmo Marconi, trasmetteva ai
romeni: Vi mando i più calorosi auguri
per una lunga vita. Pensate a mio padre, che ha creato la trasmissione senza
fili, la radio, per sdalvare vite umane, per aiutare il mondo a trasmettere
notizie, ovunque. La radio vuole dire verità e libertà; essa trasmette
liberamente, solo ciò che è vero.
A 88 anni dalla sua prima
trasmissione, la Radio Pubblica romena, ma anche la Televisione pubblica si
confrontano con una situazione senza precedenti. Una legge promossa dal Partito
Socialdemocratico potrebbe portare all’abrogazione del canone radio-tv che
viene pagato direttamente dai cittadini e al finanziamento delle due
istituzioni integralmente dal bilancio di stato. Mentre il presidente del Psd,
Liviu Dragnea, dichiara che la Radio e la Tv pubbliche avranno un percorso
prevedibile, numerose voci dall’interno e dall’esterno delle due istituzioni
ritengono che questo cambiamento aumenti il rischio di controllo politico ed
editoriale. Commentando la situazione, il premier Dacian Ciolos affermava,
ieri, che il canone radio non è una tassa propriamente detta, bensi’ un
contributo per il diritto dei cittadini di essere informati liberamente e per
l’indipendenza delle istituzioni pubbliche.
Si menziona, inoltre, che nella maggioranza dei Paesi europei – tra cui
Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna – questo canone è la fonte di
finanziamento dei servizi pubblici di radio e televisione. Le legge
sull’abrogazione del canone radio-tv è stata votata la scorsa settimana, dal
Parlamento, essa essendo solo una delle 100 tasse proposte per l’abrogazione e
inviate per la promulgazione al presidente Klaus Iohannis. Alcuni analisti
accusano però il carattere populistico della legge prima delle elezioni
politiche di dicembre e la mancanza dei dibattiti pubblici in un caso ritenuto
d’importanza nazionale e strategica. (traduzione di Adina Vasile)