Radio Romania 89
Bogdan Matei, 01.11.2017, 11:02
Al 1 novembre del 1928, risale la prima trasmissione della Società di Diffusione Radiotelefonica romena, diventata ulteriormente l’odierna Società Romena di Radiodiffusione. Progettata sin dall’inizio come mezzo d’informazione, educazione e divertimento, la Radio pubblica romena trasmette, praticamente, continuamente da 89 anni. Ha sempre dovuto adattarsi dal punto di vista editoriale, pagando tributo al mondo politico, ma sopravvivendo ogni volta ai cambiamenti radicali di regime attraversati dal Paese – dalla democrazia interbellica alle ditatture di destra intorno e durante la Seconda Guerra Mondiale e dalla ditattura comunista alla democrazia restaurata nel 1989.
Per molto tempo considerata la più credibile e più importante istituzione media nel Paese, grazie al gran numero di ascoltatori dei suoi programmi, Radio Romania si rivolge all’intera società, a tutte le generazioni, a tutti i gusti. Alle emittenti nazionali, Radio Romania Attualità, Radio Romania Culturale, Radio Romania Musicale e Antenna dei Villaggi si aggiungono gli studi regionali e locali e le emittenti on line per i bambini e i giovani.
La Radio Pubblica romena ha iniziato a trasmettere programmi per l’estero sin dagli anni ’30. Attualmente, Radio Romania Internazionale cerca di rendere gli eventi in attualità e i valori romeni comprensibili agli ascoltatori stranieri e di coltivare l’amore per la patria tra i sempre più numerosi romeni che vivono all’estero.
RRI manda in onda programmi in 11 lingue straniere (arabo, cinese, inglese, francese, tedesco, italiano, serbo, spagnolo, russo, ucraino e, da quest’anno, anche ebraico), nonchè in romeno e nel dialetto aromeno. Il suo pubblico target è, praticamente, l’intero mondo, dall’Alaska all’Australia e dall’Argentina all’Estrermo Oriente russo.
A quasi nove decenni dal primo programma mandato in onda, la Radio Pubblica romena continua ad innovare, a reinventarsi e ad adattarsi sia ad un paesaggio mediatico sempre più competitivo, che alle modifiche legislative, come la recente sostituzione del canone radio, pagato direttamente dai cittadini, con il finanziamento integrale dal bilancio di stato. Non sono state poche le voci, dal mondo politico, dalla società civile e dalla stampa, ad ammonire che questa modifica aumenta il rischio potenziale di ingerenza editoriale. Non sono state poche le voci, dall’esterno e dall’interno dell’istituzione, che, nel tempo, hanno segnalato pratiche manageriali almeno discutibili delle varie amministrazioni. Grazie ai suoi professionisti, però, Radio Romania è rimasta e cerca di rimanere la più importante voce mediatica del Paese. (traduzione di Adina Vasile)