Raccomandazioni per il contrasto della corruzione
Le diagnosi esterne confermano quelle fatte, ormai da due anni e mezzo, dal presidente, dall’opposizione, dalla società civile e dalla stampa di Bucarest.
Martedì, il Consiglio dell’Unione Europea ha espresso le sue preoccupazioni in merito alla modifica delle leggi sulla Giustizia in Romania, di cui afferma che potrebbero minare l’efficacia dell’attività dei giudici e dei procuratori e diminuire la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario. Sempre oggi, l’istituzione anticorruzione del Consiglio d’Europa, GRECO, ha affermato che, durante il governo Partito Socialdemocratico-Alleanza Liberali e Democratici, la Romania ha fatto pochissimi progressi nell’adozione di misure volte a prevenire la corruzione tra parlamentari, giudici e procuratori e a rispondere alle preoccupazioni legate alla controversa riforma del sistema giudiziario.
I rapporti GRECO esprimono la profonda preoccupazione legata soprattutto al fatto che le autorità hanno del tutto ignorato la raccomandazione di rinunciare alla creazione della sezione per l’investigazione dei reati nella giustizia, percepita come un mezzo per intimidire e intimorire i magistrati. D’altra parte, GRECO saluta l’annuncio fatto, lo scorso mese, dalla premier socialdemocratica Viorica Dăncilă relativo all’intento di rinunciare alle controverse riforme nel campo della giustizia, di cui gli avversari del Potere hanno detto ripetutamente che hanno lo scopo di sottomettere i magistrati e di bloccare la lotta alla corruzione. GRECO ha chiesto alle autorità di presentare progressi entro il 30 giugno 2020. È l’ultima scadenza nel processo di valutazione, dopo di che il Consiglio d’Europa potrebbe dichiarare che la situazione in Romania non è conforme ai suoi standard.
La classe politica di Bucarest ha reagito subito ai rapporti GRECO. I leader dell’opposizione, Ludovic Orban, del Partito Nazional-liberale, e Dan Barna, dellUnione Salvate Romania, affermano che i rapporti confermano che le decisioni prese dal PSD e dall’ALDE hanno avuto lo scopo di bloccare la lotta alla corruzione e di compromettere l’indipendenza della giustizia e dello stato di diritto. Loro chiedono, insieme, che sia sciolta la Sezione speciale per l’investigazione dei magistrati. Il leader dell’ALDE, Călin Popescu Tăriceanu, rimprovera agli esperti GRECO una visione soggettiva, che ignora, ad esempio, l’esistenza dei protocolli segreti firmati tra i magistrati e le intelligence.
La ministra della Giustizia, Ana Birchall, è del parere che, partendo dai rapporti GRECO, ciascun’istituzione debba fare la propria analisi e prendere le misure che considera necessarie. La presidente dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, Cristina Tarcea, afferma che gli esperti GRECO hanno confermato le informazioni che la Corte ha mandato per quanto riguarda la mancanza di trasparenza e di dialogo, che potrebbe determinare partenze dalla magistratura e promozioni arbitrarie, l’indebolimento dell’indipendenza dei giudici e dei procuratori. Ha inoltre auspicato che coloro che hanno proposto e sostenuto incondizionatamente le modifiche legislative che trasgrediscono l’indipendenza della giustizia si assumeranno il risultato delle loro azioni tramite dimissioni e ritiri decenti dallo spazio pubblico.
Bogdan Matei, 10.07.2019, 14:44
Le diagnosi esterne confermano quelle fatte, ormai da due anni e mezzo, dal presidente, dall’opposizione, dalla società civile e dalla stampa di Bucarest.
Martedì, il Consiglio dell’Unione Europea ha espresso le sue preoccupazioni in merito alla modifica delle leggi sulla Giustizia in Romania, di cui afferma che potrebbero minare l’efficacia dell’attività dei giudici e dei procuratori e diminuire la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario. Sempre oggi, l’istituzione anticorruzione del Consiglio d’Europa, GRECO, ha affermato che, durante il governo Partito Socialdemocratico-Alleanza Liberali e Democratici, la Romania ha fatto pochissimi progressi nell’adozione di misure volte a prevenire la corruzione tra parlamentari, giudici e procuratori e a rispondere alle preoccupazioni legate alla controversa riforma del sistema giudiziario.
I rapporti GRECO esprimono la profonda preoccupazione legata soprattutto al fatto che le autorità hanno del tutto ignorato la raccomandazione di rinunciare alla creazione della sezione per l’investigazione dei reati nella giustizia, percepita come un mezzo per intimidire e intimorire i magistrati. D’altra parte, GRECO saluta l’annuncio fatto, lo scorso mese, dalla premier socialdemocratica Viorica Dăncilă relativo all’intento di rinunciare alle controverse riforme nel campo della giustizia, di cui gli avversari del Potere hanno detto ripetutamente che hanno lo scopo di sottomettere i magistrati e di bloccare la lotta alla corruzione. GRECO ha chiesto alle autorità di presentare progressi entro il 30 giugno 2020. È l’ultima scadenza nel processo di valutazione, dopo di che il Consiglio d’Europa potrebbe dichiarare che la situazione in Romania non è conforme ai suoi standard.
La classe politica di Bucarest ha reagito subito ai rapporti GRECO. I leader dell’opposizione, Ludovic Orban, del Partito Nazional-liberale, e Dan Barna, dellUnione Salvate Romania, affermano che i rapporti confermano che le decisioni prese dal PSD e dall’ALDE hanno avuto lo scopo di bloccare la lotta alla corruzione e di compromettere l’indipendenza della giustizia e dello stato di diritto. Loro chiedono, insieme, che sia sciolta la Sezione speciale per l’investigazione dei magistrati. Il leader dell’ALDE, Călin Popescu Tăriceanu, rimprovera agli esperti GRECO una visione soggettiva, che ignora, ad esempio, l’esistenza dei protocolli segreti firmati tra i magistrati e le intelligence.
La ministra della Giustizia, Ana Birchall, è del parere che, partendo dai rapporti GRECO, ciascun’istituzione debba fare la propria analisi e prendere le misure che considera necessarie. La presidente dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, Cristina Tarcea, afferma che gli esperti GRECO hanno confermato le informazioni che la Corte ha mandato per quanto riguarda la mancanza di trasparenza e di dialogo, che potrebbe determinare partenze dalla magistratura e promozioni arbitrarie, l’indebolimento dell’indipendenza dei giudici e dei procuratori. Ha inoltre auspicato che coloro che hanno proposto e sostenuto incondizionatamente le modifiche legislative che trasgrediscono l’indipendenza della giustizia si assumeranno il risultato delle loro azioni tramite dimissioni e ritiri decenti dallo spazio pubblico.