Quote latte: misure per controbilanciare rimozione
L’Ue intende mettere a punto un sistema di prevenzione e gestione delle eventuali crisi sul mercato e si prepara, allo stesso tempo, per l’eliminazione delle quote latte dal 1 gennaio del 2015. La Romania ha, come gli altri Paesi membri, tutti gli strumenti necessari da parte dell’Ue, attraverso il sistema di pagamenti diretti o il programma di sviluppo rurale, per assciurarsi che i produttori di latte faranno fronte all’eliminazione delle quote latte. La precisazione è stata fatta dal commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos.
Ştefan Stoica, 18.06.2014, 13:13
L’Ue intende mettere a punto un sistema di prevenzione e gestione delle eventuali crisi sul mercato e si prepara, allo stesso tempo, per l’eliminazione delle quote latte dal 1 gennaio del 2015. La Romania ha, come gli altri Paesi membri, tutti gli strumenti necessari da parte dell’Ue, attraverso il sistema di pagamenti diretti o il programma di sviluppo rurale, per assciurarsi che i produttori di latte faranno fronte all’eliminazione delle quote latte. La precisazione è stata fatta dal commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos.
“Esiste, oltre ai pagamenti diretti normali, la possibilità di stanziare certe sovvenzioni specifiche al settore del latte, ed esistono nel programma di sviluppo rurale strumenti, inclusivamente la possibilità — perchè no? — di fare un sottoprogramma per il settore del latte, cosi’ come si è deciso di farlo per il settore pomicoltura, per sostenere finanziariamente, attraverso investimenti o altri mezzi finanziari, quelli che desiderano veramente restare sul mercatò, ha spiegato Ciolos.
Il mercato del latte e dei latticini è stato al centro di un rapporto reso pubblico, di recente, dalla Commissione Europea. Il principale argomento è stato il cosiddetto pacchetto sul latte, adottato nel 2012 e che contiene misure a favore dei produttori. Una simile misura è l’opzione data agli stati membri di rendere obbligatoria la conclusione di contratti scritti tra i produttori e chi si occupa della lavorazione del latte. Gli agricoltori hanno la possibilità di negoziare collettivamente, attraverso le organizzazioni di produttori, le clausole contrattuali, compreso il prezzo del latte crudo. Questo pacchetto legislativo è stato proposto nel 2010 dal commissario Ciolos. Il commissario dichiarava in quell’occasione che il suo intento è che le 5.400 aziende che operano nel settore della lavorazione del latte e i 950.000 produttori Ue possano negoziare i prezzi congiuntamente, fino ad un livello che non intacchi le regole della concorrenza.
Il rapporto della Commissione Europea ha rilevato che la conclusione di contratti tra i farmer e coloro che si occupano della lavorazione del latte è diventata obbligatoria in 12 stati membri, tra cui anche la Romania. La Commissione Europea ritiene però che è troppo presto per notare alcuni effetti significativi del pacchetto sul latte, soprattutto nelle regioni sfavorite. L’adozione della misure necessarie per l’applicazione effettiva delle possibilità offerte, come la costituzione di organizzazioni di produttori e l’organizzazione di negoziazioni collettive, comporta tempo e una forte dinamica da parte dei farmer stessi, afferma l’Esecutivo comunitario. Un aspetto cui è dedicata un’attenzione particolare nel rapporto è la capacità del quadro di regolamentazione dell’Ue di far fronte ad una volatilità estrema del mercato o ad una situazione di crisi. L’obiettivo è di assicurare uno sviluppo equilibrato della produzione di latte e di evitare la sua concentrazione estrema nelle zone con un’intensa produzione.
(traduzione di Adina Vasile)