Quanti profughi può accogliere la Romania?
Confrontata con l’esodo dei migranti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, l’Europa rischia ora anche un blocco istituzionale. L’accoglienza dei profughi continua a provocare vertenze tra i responsabili comunitari di Bruxelles e le autorità nazionali di alcuni stati membri dell’Unione.
Bogdan Matei, 11.09.2015, 13:37
Giovedì, il Parlamento Europeo ha approvato le misure di emergenza proposte dal Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, sulle cosiddette quote di ripartizione. Anzi, in una risoluzione adottata ad ampia maggioranza a Strasburgo, gli eurodeputati criticano quello che chiamano la deplorevole mancanza di solidarietà dei governi nei confronti dei richiedenti asilo.
I più reticenti restano i capi di stato e di governo dei paesi dell’Europa centro-orientale, la cui posizione esprime, in buona misura, lo stato d’animo dei propri cittadini. L’Ungheria o la Romania, la Bulgaria o la Slovacchia non hanno esperienza nel gestire simili sfide.
A differenza di molti stati dell’ovest del continente, questi paesi non hanno mai avuto degli imperi coloniali, da dove venissero migranti verso la metropoli, nè un tenore di vita in grado di attirare milioni di extra-comunitari, nè numerose comunità alogene di confessione musulmana.
Come anche a Budapest o Bratislava, i responsabili di Bucarest hanno insisito per quote volontarie sui profughi e si sono pronunciati, di nuovo, contro quelle obbligatorie. Lo schema di ripartizione urgente dei rifugiati tra gli stati membri dell’UE prevede che la Romania accolga 4646 profughi, oltre ai 1785 che ha già annunciato di poter ospitare perchè semplicemente a questo numero si limita la sua capienza.
Non parliamo di cifre, ma di persone – ha sottolineato il presidente Klaus Iohannis, il quale ha respinto di nuovo quello che ha chiamato le quote calcolate in una maniera burocratica, contabile, senza la consultazione degli stati membri.
La Romania non può accogliere un numero superiore alla capacità esistente a livello nazionale – ha ribadito anche il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, precisando che la ripartizione annunciato da Juncker è solo un punto di partenza per i futuri negoziati.
Si tratta solo di proposte, da negoziare, discutere e concordare dagli stati membri. Il primo passo in questo processo dei negoziati si svolge il 14 settembre, al Consiglio straordinario Giustizia e Affari Interni. Io non ho visto sanzioni menzionate nel piano della Commissione. C’è un’idea nel piano inoltrato ieri, nel senso che gli stati che non possono accogliere al momento dei profughi sul loro territorio per motivi obiettivi paghino un compenso finanziario pari allo 0,002% del Pil. Però anche questo elemento è sottoposto alla discussione e ai negoziati degli stati membri, ha dichiarato Bogdan Aurescu.
Sulla scena politica, sia il leader interinale del PSD (principale componente del Governo di coalizione), Liviu Dragnea, che il portavoce del PNL (la prima forza all’opposizione), Ionut Stroe, hanno annunciato di appoggiare la posizione del presidente Iohannis sui migranti.