Proteste negli ospedali
Da molto tempo, tutte le malattie del sistema sanitario romeno sono attribuite allo scarso finanziamento. Ospedali antiquati, con dotazioni precarie e pieni di batteri, mancanza di farmaci, a volte fondamentali per le cure, personale medico insufficiente, demotivato, disinteressato, se non addirittura ostile nei confronti dei malati — tutto ciò essendo considerato una conseguenza dei budget insufficienti. Una delle promesse dell’attuale governo PSD-ALDE è stato il cambiamento radicale di tale situazione. Il potere aveva promesso che gli aumenti salariali sarebbero stati così generosi, da riuscire ad attirare di nuovo nel Paese i medici romeni che lavorano attualmente nelle cliniche all’estero. Secondo uno studio realizzato dall’Associazione Romena per la Promozione della Salute, il loro numero ammonta a quasi 15.700. Ed è vero, dall’inizio dell’anno, gli stipendi dei medici sono aumentati in modo spettacolare, in media di una cifra che va da qualche centinaio e migliaia di euro. Però, anziché scomparire, le tensioni negli ospedali si sono amplificate.
Bogdan Matei, 18.04.2018, 13:32
Da molto tempo, tutte le malattie del sistema sanitario romeno sono attribuite allo scarso finanziamento. Ospedali antiquati, con dotazioni precarie e pieni di batteri, mancanza di farmaci, a volte fondamentali per le cure, personale medico insufficiente, demotivato, disinteressato, se non addirittura ostile nei confronti dei malati — tutto ciò essendo considerato una conseguenza dei budget insufficienti. Una delle promesse dell’attuale governo PSD-ALDE è stato il cambiamento radicale di tale situazione. Il potere aveva promesso che gli aumenti salariali sarebbero stati così generosi, da riuscire ad attirare di nuovo nel Paese i medici romeni che lavorano attualmente nelle cliniche all’estero. Secondo uno studio realizzato dall’Associazione Romena per la Promozione della Salute, il loro numero ammonta a quasi 15.700. Ed è vero, dall’inizio dell’anno, gli stipendi dei medici sono aumentati in modo spettacolare, in media di una cifra che va da qualche centinaio e migliaia di euro. Però, anziché scomparire, le tensioni negli ospedali si sono amplificate.
I sindacati del sistema hanno fatto scendere in piazza i propri membri, a chiedere aumenti su misura per tutto il personale del settore sanitario e di assistenza sociale, ma anche la rinuncia alla decisione del ministero di limitare gli scatti al 30% della somma degli stipendi di base del personale con cariche dirigenziali. Venerdì, il più influente sindacato, Sanitas, ha annunciato che interromperà le proteste per una settimana, per vedere gli effetti della soluzione proposta dal ministro della Sanità, Sorina Pintea. Secondo il ministro, gli ospedali potranno utilizzare i fondi propri per concedere premi e stimoli finanziari agli impiegati i cui redditi diminuiranno. In numerosi ospedali di Bucarest e di altre città sono però scoppiate proteste spontanee. Le somme concesse dagli ospedali sono insufficienti, affermano i protestatari, cosicché i redditi delle infermiere, dei portaferiti, dei biologi e dei farmacisti diminuiscono.
All’ospedale di Malattie Infettive di Galaţi (sud-est), ad esempio, dicono di aver ricevuto stipendi tagliati di fino al 20% rispetto allo scorso mese: Gli infermieri hanno preso 300-400 lei di meno. -: Sono diminuiti gli scatti e implicitamente gli stipendi. Per noi, infermiere, il taglio è stato del 20%. -: Gli scatti concessi alle infermiere del reparto malattie infettive sono calati dal 25% al 15%. Questo nel contesto in cui pure l’OMS ha dichiarato che il reparto malattie infettive è un ambiente abbastanza contagioso e corriamo dei rischi sia noi che le nostre famiglie.”
Il manager dell’ospedale, il medico Mihaela Debita, precisa che il taglio degli scatti è stato fatto in conformità ai provvedimenti della legge: Non abbiamo potuto garantire l’85% per chi lavora nel reparto AIDS, non abbiamo potuto garantire il 25% per tutto l’ospedale per mancanza di fondi. Io ho cercato di fare una media legale fra i valori minimi e massimi degli scatti. Cosa potrei fare di più?” Sulla stampa, molti commentatori dicono che la soluzione proposta dal ministero non sia fattibile e prevedono la continuazione delle proteste, accompagnate da moniti legati all’avvio di uno sciopero generale.