Proteste e dispute sulla legislazione penale
La decisione del governo Grindeanu di modificare, martedì notte, tramite decreto governativo d’urgenza, il Codice Penale e il Codice di Procedura Penale ha generato le più ampie proteste in Romania dal 1989. Oltre 150 mila persone si sono radunate a Bucarest, davanti alla sede dell’esecutivo, e altre circa 150 mila hanno protestato dappertutto nel Paese.
Corina Cristea, 02.02.2017, 14:12
Anche i romeni della diaspora sono scesi in strada in più capitali europee. Si sono riuniti a Londra, Parigi, Bruxelles o Roma per esprimere la loro solidarietà con i romeni del Paese. “Di notte, come i ladri!”, “Dragnea, il becchino del Paese”, “Saremo qui ogni giorno”, “Non riuscirete a scappare”, “Vi vediamo”, “Ceausescu non è morto, è Dragnea travestito!”, – sono solo alcuni degli slogan dei protestatari.
La gente è scandalizzata dal modo in cui sono stati modificati i Codici e dice che dietro le giustificazioni date dai governanti c’è infatti l’interesse di decriminalizzare certi politici, esponenti locali e imprenditori. I nuovi provvedimenti sono dedicati, dicono loro. La lista di coloro i cui dossier dovrebbero essere ripuliti in seguito all’applicazione dei nuovi provvedimenti includono nomi conosciuti, tra cui anche quello del leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, condannato con sospensione e indagato, al momento, in un altro dossier, per istigazione all’abuso d’ufficio.
Il sovraffollamento delle carceri, che potrebbe portare a sanzioni nei confronti della Romania, e l’armonizzazione della legislazione con le decisioni della Corte Costituzionale — i motivi invocati dall’esecutivo, sono considerati solo pretesti che non giustificano la fretta con la quale sono state apportate modifiche sostanziali ad atti normativi così importanti.
La modifica del Codice Penale e del Codice di Procedura Penale si riferisce alla definizione e alla sanzione dell’abuso d’ufficio. Sarà considerato reato penale solo se i danni superano 200.000 lei (circa 45 euro). Verrà inoltre allargata la categoria delle persone che non saranno più accusate di favoreggiamento del delinquente.
Il capo dello stato, Klaus Iohannis, ha segnalato alla Corte Costituzionale un possibile conflitto giuridico fra il governo, il sistema giudiziario e il Parlamento. In precedenza, anche il Consiglio Superiore della Magistratura aveva deciso di segnalare alla Corte un conflitto istituzionale tra i poteri nello stato. Il potere esecutivo, cioè il Governo, avrebbe trasgredito gli attributi e le prerogative del potere giudiziario, è del parere il CSM.
L’opposizione di destra ha inoltrato una mozione di sfiducia, intitolata “Il Governo Grindeanu — Il Governo della sfida nazionale. Non legalizzate il furto in Romania!”. (tr. G.P.)