Proteste: cancellato sciopero sanità
Dopo diversi round di negoziati tra il Ministero della Salute e i sindacati, lo sciopero indetto per il 28 novembre nel sistema sanitario romeno è stato annullato. La decisione è stata presa dopo che, ieri, è stato firmato il nuovo contratto collettivo di lavoro, la principale rivendicazione dei sindacalisti, e il Governo ha preso una serie di misure per risolvere una parte delle richieste dei dipendenti del settore.
România Internațional, 28.11.2013, 12:32
“Tenuto conto di ciò che è successo e del fatto che il nostro obiettivo primordiale, il contratto collettivo di lavoro, a livello di settore, è stato firmato, la Federazione Sanitas sospende il conflitto con il Ministero della Salute”, ha precisato il presidente della Federazione Sanitas, Leonard Barascu.
Dal canto suo, il ministro della Salute, Eugen Nicolaescu, ha sottolineato l’importanza della firma del contratto. “Dal mio punto di vista, ha detto il ministro, è il più importante documento, che istituzionalizza le relazioni nel settore sanitario”.
Il Governo ha approvato inoltre un aumento dei fondi per la sanità di 200 milioni di lei, provenienti dal Fondo di riserva, che saranno trasferiti alla Cassa Nazionale Assicurazioni Sanitarie per il pagamento degli arretrati nel sistema sanitario e per le spese degli ospedali fino alla fine dell’anno. Deciso anche lo sblocco, dal 1 gennaio del 2014, di oltre 1000 posti di lavoro, principalmente per medici, infermieri e ostretiche, dato il deficit di personale. L’Esecutivo ha approvato anche una nota sull’introduzione in regime di urgenza nel Parlamento di un emendamento all’attuale legge sulla sanità, cosicchè gli straordinari effettuati dal personale sanitario nei giorni non lavorativi — sabato, domenica e feste legali — siano pagati il doppio.
Per quanto riguarda gli aumenti salariali per il personale sanitario l’anno prossimo, Eugen Nicolaescu ha precisato che sono possibili, ma a tappe e a seconda degli introiti portati dall’introduzione del pacchetto di servizi sanitari di base. I sindacati hanno annunciato che continueranno i negoziati per risolvere anche il resto delle rivendicazioni: lo stanziamento del 6% del Pil alla sanità, una legislazione che garantisca l’indipendenza professionale di chi lavora nel sistema pubblico e privato e una legge sulla retribuzione specifica del sistema sanitario. Le rivendicazioni riguardano inoltre la difesa della dignità e la rinuncia alla denigrazione dei professionisti dalle autorità e la consultazione reale della Coalizione dei Professionisti del Settore Sanitario su qualsiasi misura che potrebbe intaccare il funzionamento del sistema.