Prospettive economiche stabili
L’agenzia Standard & Poor’s ha riconfermato il rating per il debito governativo della Romania a BBB-/A-3 a breve e lungo termine in moneta nazionale e valuta, nonchè la prospettiva stabile. S&P anticipa, inoltre, un rallentamento ancora maggiore nel 2019, pari al 3,5%, come conseguenza della domanda esterna più bassa e degli investimenti privati più scarsi. Secondo l’agenzia, lo scorso anno la crescita è rallentata al 4,1% rispetto alla punta del 7% registrata nel 2017, quando i pacchetti di stimolo fiscale e l’ambiente esterno favorevole hanno appoggiato il boom economico in Romania.
Daniela Budu, 18.03.2019, 12:53
L’agenzia Standard & Poor’s ha riconfermato il rating per il debito governativo della Romania a BBB-/A-3 a breve e lungo termine in moneta nazionale e valuta, nonchè la prospettiva stabile. S&P anticipa, inoltre, un rallentamento ancora maggiore nel 2019, pari al 3,5%, come conseguenza della domanda esterna più bassa e degli investimenti privati più scarsi. Secondo l’agenzia, lo scorso anno la crescita è rallentata al 4,1% rispetto alla punta del 7% registrata nel 2017, quando i pacchetti di stimolo fiscale e l’ambiente esterno favorevole hanno appoggiato il boom economico in Romania.
Per il periodo 2020-2022, S&P stima una moderazione della crescita verso un livello più sostenibile, pari al 3% all’anno. La futura traiettoria ascendente dipenderà dai progressi nelle riforme istituzionali e dal modo in cui la Romania riuscirà ad aumentare con successo gli investimenti interni, ad esempio attraverso l’assorbimento dei fondi europei, aggiunge S&P.
D’altra parte, l’agenzia nota un’evidente tendenza di emigrazione giovanile e di manodopera altamente qualificata, nonchè la percezione sulle prospettive negative del tenore di vita in generale. S&P ammonisce che, se non si impegneranno per far rientrare nel Paese i connazionali dall’estero, le autorità romene non saranno in grado di fornire una traiettoria di crescita economica più robusta e neanche di gestire in modo sostenibile le dinamiche del rapido invecchiamento della popolazione. L’agenzia richiama inoltre l’attenzione sull’aumento delle pressioni fiscali, che persisteranno in mancanza di misure correttive. Il deficit di conto corrente salirà probabilmente a circa il 5% del PIL, valutano inoltre gli esperti di S&P.
La credibilità della Banca Centrale di Romania resta alta e gli attesi emendamenti alla nuova tassa bancaria renderanno probabilmente più efficienti le politiche. L’agenzia prevede inoltre che il deficit governativo complessivo salirà al 3,3 e al 3,5% del PIL nel 2019 e 2020, come conseguenza del rallentamento economico e della crescita della spesa pubblica, in vista delle elezioni presidenziali del 2019 e delle politiche del 2020.
La decisione di S&P di mantenere la prospettiva stabile della Romania è corretta, riconoscendo e confermando l’attuale realtà economica nel Paese, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici. Stando al Ministero, i punti forti della Romania, sui quali poggia la decisione dell’agenzia S&P, sono il livello moderato del debito pubblico e del debito estero, e il mantenimento delle prospettive di crescita economica.
La Finanziaria per il 2019, promulgata nei giorni scorsi dal presidente Klaus Iohannis, è stata concepita su una crescita economica del 5,5%, un deficit del 2,7% e un PIL che supera i 1000 miliardi di lei (circa 200 miliardi di euro).