Proprietà: via libera a ddl compravendita terreni agricoli
Per molto tempo, i romeni si sono compiaciuti della valutazione degli specialisti romeni stando ai quali, dopo la Francia, la Romania vanta il maggiore potenziale agricolo tra tutti i Paesi europei. Uno che però, da quasi 25 anni, non significa più quasi niente, in quanto insufficientemente valorizzato. Il crollo del dittatura comunista, nel 1989, ha portato allo scioglimento delle cooperative agricole di produzione e al fallimento delle aziende agricole statali. I terreni sono stati restituiti agli ex proprietari, ma per molti sono diventati piuttosto un fardello che un vantaggio. Negli anni ’50, con l’avvio del processo di collettivizzazione, i contadini romeni sono finiti in migliaia nelle carceri comuniste dopo aver rifiutato di cedere i loro terreni alle cooperative agricole di produzione e in decine di villaggi sono scoppiate rivolte, brutalmente represse dalle truppe del regime d’ispirazione sovietica.
Bogdan Matei, 21.11.2013, 13:26
Per molto tempo, i romeni si sono compiaciuti della valutazione degli specialisti romeni stando ai quali, dopo la Francia, la Romania vanta il maggiore potenziale agricolo tra tutti i Paesi europei. Uno che però, da quasi 25 anni, non significa più quasi niente, in quanto insufficientemente valorizzato. Il crollo del dittatura comunista, nel 1989, ha portato allo scioglimento delle cooperative agricole di produzione e al fallimento delle aziende agricole statali. I terreni sono stati restituiti agli ex proprietari, ma per molti sono diventati piuttosto un fardello che un vantaggio. Negli anni ’50, con l’avvio del processo di collettivizzazione, i contadini romeni sono finiti in migliaia nelle carceri comuniste dopo aver rifiutato di cedere i loro terreni alle cooperative agricole di produzione e in decine di villaggi sono scoppiate rivolte, brutalmente represse dalle truppe del regime d’ispirazione sovietica.
A partire dagli anni ’90, nei villaggi ormai invecchiati e spopolati, i terreni agricoli sono rimasti incolti e in stato di degrado, e il potenziale agricolo ha avuto un contributo minore al Pil della Romania. Dai pomodori alla carne di manzo, il cibo dei romeni proviene soprattutto dall’import. E negli ultimi anni, la crisi economica ha paralizzato il mercato immobiliare, cosicchè non ci sono stati più acquirenti per i terreni disponibili.
Un’iniezione di capitale, tecnologia e know-how agricolo dall’estero sarebbe la chance di rinvigorimento dell’agricoltura romena. Ieri, il Governo di Bucarest ha dato il via libera al ddl che consente ai cittadini stranieri dai Paesi Ue di comprare terreni in Romania senza essere più costretti a creare un’impresa a tal scopo. Ma che mantiene la precedenza dei cittadini romeni nell’acquisto di terreni agricoli. Se la normativa sarà approvata anche dal Parlamento, dall’anno prossimo il mercato fondiaro sarà liberalizzato.
Il ministro dell’Agricoltura romeno, Daniel Constantin, afferma che la misura mira all’accorpamento dei terreni, alla creazione di sfruttamenti agricoli validi economicamente e alla garanzia della sicurezza alimentare.
“Abbiamo ritenuto necessario un simile ddl non per imporre delle restrizioni, ma per creare, per porre certe condizioni per la vendita di terreni agricoli, consapevoli del fatto che il loro valore è estremamente importante per il futuro della Romania, per il futuro dell’agricoltura romena”, ha precisato il ministro.
Stando al ddl, nel momento in cui riceverà un’offerta da un cittadino straniero, il venditore sarà costretto a recarsi presso il Comune con una domanda di notifica nei confronti di chi ha la precedenza e di pubblicizzazione dell’offerta di vendita del terreno. Se entro 30 giorni nessuno comprerà, il terreno potrà essere venduto al cittadino straniero.