Problemi sociali e rivendicazioni sindacali
Daniela Budu, 21.04.2016, 15:35
A Iaşi, più di 300 dipendenti pubblici dei settori insegnamento, salute,
amministrazione locale e finanziaria hanno protestato davanti alla Prefettura.
Il leader della Filiale di Iaşi della Confederazione CNSLR Frăţia, Ioan Pascal,
ha precisato che i malcontenti si sono accumulati già dal 2010, quando gli
stipendi sono stati tagliati di oltre il 25%, e che l’ultimo atto normativo
crea gravi squilibri nella retribuzione dei pubblici dipendenti. Iulian
Cozianu, il leader del Sindacato Sanitas di Iaşi, ha aggiunto che, dati gli
attuali prezzi in Romania, gli stipendi vanno aumentati di almeno il 25%, e il
personale medico sollecita incentivi per il personale che fa turni di guardia e
lo sblocco dei posti di lavoro nel sistema. Il prefetto di Iaşi, Marian
Grigoraş ha dichiarato, dal canto suo, di aver preso le liste di rivendicazioni
dei rappresentanti sindacali ed ha annunciato che le trasmetterà alle autorità
competenti del Governo.
Altrettanto scontenti, decine di minatori e lavoratori del Complesso
Energetico Oltenia hanno percorso 300 chilometri a piedi, fino a Bucarest, in
una marcia di protesta. Due anni fa sono stati applicati ampi licenziamenti tra
i 15.000 dipendenti della compagnia, mentre in estate saranno licenziati altri
2000. I minatori sperano di convincere il Governo che va mantenuta l’attività
mineraria nella zona.
Il ministro dell’Energia, Victor Grigorescu, ha dichiarato che il
Complesso Energetico Oltenia non è in insolvenza e che il Governo troverà delle
soluzioni per la ripresa finanziaria della compagnia. Il ministro ha discusso
con i rappresentanti della direzione del Complesso e con quelli dei dipendenti
ed hanno messo a punto insieme un piano per rendere il Complesso più efficace,
che presuppone però anche la ristrutturazione dell’organigramma. Nel frattempo,
si auspica che la situazione possa migliorare tramite un partenariato con una
grande compagnia cinese. I rappresentanti del Complesso energetico Oltenia
dicono che, entro i prossimi tre anni, si potrebbe costruire una nuova centrale
termica a Rovinari, in partenariato con la società pubblica cinese Huadian
Engineering. Il gruppo energetico dovrebbe essere realizzato con un
investimento di 1 miliardo di euro. Attualmente, il Complesso energetico si
annovera tra le compagnie che generano grosse perdite per lo stato, dopo che
quattro anni fa registrava profitto. Ha la capacità di produrre quasi il 30%
dell’energia elettrica consumata nel Paese, ma i prezzi sono anche tre volte
superiori alle offerte esistenti sul mercato. (traduzione di Gabriela Petre)