Problemi dei minatori della Valle del Jiu
I dipendenti della miniera di Lupeni si rifiutano di entrare nel sotterraneo. Il corrispondente di Radio Romania nella zona precisa che i motivi delle proteste sono legati alla crisi senza precedenti attraversata dal Complesso Energetico Hunedoara, al quale è subordinata la miniera. I problemi hanno portato alla cessazione dell’approvvigionamento con materiali di assoluta necessità nel sotterraneo. I minatori temono per i loro posti di lavoro e vogliono un programma concreto, che sia per la continuazione dell’attività, oppure per la chiusura delle miniere, come racconta uno di loro.“Ci hanno detto un sacco di bugie, sull’insolvenza, sui premi, e così non si può più andare avanti. Dunque, si sentiamo profondamente umiliati. Se non ci si può più lavorare, andiamo a casa. Non siamo né i primi, né gli ultimi a rimanere senza lavoro. Dobbiamo stabilire una volta per tutte il da farsi, così lo sappiamo pure noi.”
Bogdan Matei, 05.01.2017, 14:12
I dipendenti della miniera di Lupeni si rifiutano di entrare nel sotterraneo. Il corrispondente di Radio Romania nella zona precisa che i motivi delle proteste sono legati alla crisi senza precedenti attraversata dal Complesso Energetico Hunedoara, al quale è subordinata la miniera. I problemi hanno portato alla cessazione dell’approvvigionamento con materiali di assoluta necessità nel sotterraneo. I minatori temono per i loro posti di lavoro e vogliono un programma concreto, che sia per la continuazione dell’attività, oppure per la chiusura delle miniere, come racconta uno di loro.“Ci hanno detto un sacco di bugie, sull’insolvenza, sui premi, e così non si può più andare avanti. Dunque, si sentiamo profondamente umiliati. Se non ci si può più lavorare, andiamo a casa. Non siamo né i primi, né gli ultimi a rimanere senza lavoro. Dobbiamo stabilire una volta per tutte il da farsi, così lo sappiamo pure noi.”
I protestatari chiedono le dimissioni dell’attuale amministrazione che accusano di incompetenza. Sono scontenti soprattutto dell’attività di uno dei loro, il vicedirettore Petru Nica, ex leader sindacale fino allo scorso autunno, accusandolo di aver cercato di intimidirli e di averli minacciati di licenziarli se non avessero ripreso l’attività.
Le azioni sindacali giungono poco dopo che la Commissione Europea ha approvato il sostegno, pari a circa 100 milioni di euro, concesso dallo stato romeno per la chiusura della miniera di Lupeni e di un’altra miniera di carbone inefficace, Lonea, sempre sulla Valle del Jiu. Più della metà della somma andrà ai lavoratori, che riceveranno salari compensatori e programmi di riconversione professionale, ma saranno impiegati fondi anche nei lavori necessari nel sotterraneo, nella riabilitazione della zona e la coltivazione delle terre. Ma questo è solo un episodio della lunga agonia dell’estrazione mineraria in Romania.
Privilegiata, per ragioni pragmatiche, ma anche ideologiche, nel periodo della dittatura comunista, l’industria mineraria assicurava la vitalità di un’economia energofaga. Inquinante e diventato poco redditizio, il settore minerario ha ristretto gradualmente la sua attività, già dalla metà degli anni 90, quando sono state chiuse le prime miniere. (tr. G.P.)