Previsioni sull’inflazione
In Romania, l’inflazione continuerà a diminuire, ma a un ritmo più lento del previsto.
Ştefan Stoica, 16.05.2024, 11:13
La Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo le previsioni relative all’inflazione per la fine di quest’anno, dal 4,7% al 4,9%. Allo stesso tempo, ha mantenuto quelle per la fine del prossimo anno al 3,5%. Il governatore Mugur Isărescu ha presentato ieri il rapporto aggiornato della Banca Centrale sull’inflazione e ha spiegato perché il livello di questo indicatore sarà, alla fine dell’anno, superiore a quello precedentemente stimato. L’inflazione rimarrà su una traiettoria discendente, ma ad un ritmo più lento del previsto, ha detto Isărescu, precisando che la BC sta cercando di abbassare l’inflazione, ma senza creare una recessione. Il governatore sostiene che il ritorno dell’inflazione nella fascia-target dipenderà molto dal momento in cui la Banca Centrale prenderà la decisione di ridurre il tasso di riferimento, ma anche dal livello che questo raggiungerà.
All’inizio della settimana, il Consiglio d’Amministrazione della Banca Centrale ha deciso di mantenere il tasso d’interesse di politica monetaria, detto anche “interesse chiave”, al 7% annuo. Il governatore ha detto inoltre che un’evoluzione favorevole dell’inflazione questo mese potrebbe indurre il Consiglio d’Amministrazione della Banca Centrale ad affrettare la decisione di ridurre il tasso di riferimento, che influenza tutti gli interessi praticati dalle banche commerciali, ma ciò dipende dall’intera evoluzione economica interna, nonché dalla situazione internazionale. Tuttavia, Mugur Isărescu non esclude che questo momento sia rinviato alla seconda metà dell’anno o addirittura non abbia luogo nel 2024.
D’altra parte, il governatore ha valutato che i redditi generalmente aumentano molto più della produttività, il che avrà un impatto significativo sull’inflazione e ha dichiarato di aspettarsi anche ad un aumento della produttività. Mugur Isărescu ha commentato così gli ultimi dati statistici, i quali indicano che lo stipendio medio netto ha superato, a marzo, l’equivalente di 1.000 euro. I principali rischi e incertezze sull’evoluzione dell’inflazione continuano a provenire dalla direzione della politica fiscale e delle entrate, e sono legati all’elevato deficit di bilancio, alla dinamica salariale e alle ulteriori misure fiscali e di bilancio che potrebbero essere attuate per proseguire il consolidamento del budget, ma anche dai potenziali effetti delle guerre in Ucraina e nel Medio Oriente.
Il tasso d’inflazione annuo ha continuato a diminuire e ha raggiunto il 5,9% ad aprile rispetto al 6,61% a marzo, ha annunciato questa settimana l’Istituto Nazionale di Statistica. Lievi aumenti, inferiori all’1%, si sono registrati nei prezzi dei generi alimentari e dei servizi. Al contrario, i generi non alimentari sono diventati più economici. Nelle previsioni di primavera della Commissione Europea, la crescita economica della Romania rimane una delle più robuste dell’Unione, pari al 3,3% all’anno, accompagnata, però, dal tasso di inflazione più alto, quasi il 6%, più del doppio rispetto alla media europea.