Previsioni economiche di primavera
La pandemia da Covid-19, l’impennata dei prezzi dell’energia, l’inflazione galoppante e gli effetti della guerra scatenata dalla Russia nella confinante Ucraina sono stati altrettanti colpi per le economie degli stati UE che sembrano, tuttavia, aver superato gli shock successivi, per ritornare su un trend positivo. La Commissione Europea annuncia che l’economia comunitaria ha registrato una performance migliore delle aspettative, raggiungendo una crescita di un punto percentuale del PIL nei primi tre mesi dell’anno. Tra i 27 stati membri, la Romania ha una previsione di crescita del 4% per quest’anno, tra le migliori a livello comunitario. I fattori positivi sono il calo del prezzo dell’energia al livello di due anni fa, un mercato europeo del lavoro resiliente, la crescita del consumo e degli investimenti.
Bogdan Matei, 16.05.2023, 12:26
L’economia europea, spiegano gli esperti, è riuscita a limitare l’impatto negativo della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, facendo fronte alla crisi energetica tramite la rapida diversificazione dell’approvvigionamento e la riduzione considerevole del consumo di gas. Il notevole calo dei prezzi dell’energia si riflette nell’intera economia, portando alla riduzione dei costi aziendali di produzione. Dal canto loro, i consumatori osservano bollette dell’energia meno salate, anche se il consumo privato dovrebbe mantenersi ad un livello basso, poichè il ritmo di incrementi salariali resta inferiore al livello dell’inflazione. Un’inflazione calata, tuttavia, nei primi tre mesi del 2023, che potrebbe scendere al 7,3% ad aprile e al 5,8% verso la fine dell’anno, come riferisce da Bruxelles il corrispondente di Radio Romania, che ha studiato le previsioni economiche di primavera pubblicate dall’Esecutivo comunitario.
Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, ammette che gli aspetti negativi restano l’aumento degli interessi e l’innasprimento delle condizioni per i mutui, però questa situazione non è un segno di debolezza del settore bancario, ma piuttosto un adattamento ai segnali dopo crisi. Un altro fattore importante per l’economia europea è l’attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza dopo la pandemia, che rappresentano un’infusione di capitale, con una media dell’assorbimento del 3% del PIL. Stando al commissario, fino al 2024, i recovery plan avranno l’equivalente del 3,5% per i PIL in Spagna e Grecia, circa il 3% in Croazia e Portogallo, il 2,5% in Slovacchia e Italia, il 2% in Romania e Bulgaria, l’1,5% in Polonia e Ungheria e un punto percentuale in Francia e Slovenia. Si prevede una reazione moderata del mercato occupazionale nell’Unione di fronte al ritmo più lento dell’espansione economica. La crescita dell’occupazione è stimata allo 0,5% quest’anno, dopo di che dovrebbe scendere allo 0,4% nel 2023. Inoltre, si anticipa un tasso della disoccupazione poco più superiore al 6%.