Previsioni della Banca Centrale della Romania sull’inflazione
Leyla Cheamil, 05.08.2016, 15:31
Mugur Isărescu ha spiegato: A livello interno ci sono dei rischi legati
alla politica fiscale e dei redditi, nel contesto dell’anno elettorale e
dell’assenza di accordi con le istituzioni finanziarie internazionali, ma anche
degli effetti collaterali, come le modifiche della legislazione nel settore finanziario.
Il contesto internazionale è segnato da grandi incertezze, legate alla crescita
economica globale e alla ripresa economica dell’eurozona, amplificate dal
risultato del referendum in Gran Bretagna, dalle tensioni geopolitiche e dalle
difficoltà nel sistema bancario europeo.
Ricordiamo che, nell’ultimo rapporto
trimestrale sull’inflazione, reso pubblico a maggio, la Banca Centrale stimava
un livello dello 0,6% per la fine del 2016 e del 2,7% per il 2017. Il
Governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, ha spiegato che lo scenario
di base rileva una possibile traiettoria del tasso inflazionistico annuo
significativamente più bassa rispetto a quanto previsto prima, nel contesto
della persistenza a livello globale e regionale di un basso livello
dell’inflazione. Questo potrebbe influire sull’evoluzione dell’inflazione di
base, sulla dinamica dei prezzi volatili, e quella dei prezzi amministrati, ha
detto Isărescu.
Egli ha aggiunto che la nuova previsione
mantiene il profilo ascendente, nel contesto delle pressioni inflazionistiche
esercitate dall’eccedenza della domanda aggregata e dai costi unitari della
manodopera. A giugno, il tasso inflazionistico annuo è salito fino al -0,7%, dal
-3,5% nel mese di maggio.
L’evoluzione è stata determinata
dall’eliminazione dell’effetto generato dal calo dell’IVA per gli alimenti, nel
giugno 2015, dall’indice annuo, nel contesto in cui i prezzi sono calati a
giugno rispetto al mese precedente, in seguito alla diminuzione dei prezzi degli
alimenti. Secondo la Banca Centrale, il mantenimento del tasso inflazionistico
annuo ad un livello negativo è dovuto all’effetto indotto dalla diminuzione
della quota standard dell’IVA dal 24% al 20%, a cominciare dal 1 gennaio 2016.