Presidenziali: controversie su seggi all’estero, nuovo capo diplomazia
Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha, da ieri, un nuovo titolare, nel contesto delle accuse sul modo in cui è stato organizzato il voto per i romeni all’estero al primo turno delle presidenziali, il 2 novembre. L’ex direttore del Servizio Informazioni Estere, Teodor Melescanu, ha prestato giuramento, a solo qualche ora dopo che il ministro Titus Corlatean ha rassegnato le dimissioni, motivando che prende questa decisione per non trasgredire alla legge. Il problema è stato il numero di seggi elettorali allestiti all’estero — 294 — insufficienti e non proprio ben organizzati, affermano coloro che non sono riusciti ad esercitare il proprio diritto di voto.
Corina Cristea, 11.11.2014, 12:32
Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha, da ieri, un nuovo titolare, nel contesto delle accuse sul modo in cui è stato organizzato il voto per i romeni all’estero al primo turno delle presidenziali, il 2 novembre. L’ex direttore del Servizio Informazioni Estere, Teodor Melescanu, ha prestato giuramento, a solo qualche ora dopo che il ministro Titus Corlatean ha rassegnato le dimissioni, motivando che prende questa decisione per non trasgredire alla legge. Il problema è stato il numero di seggi elettorali allestiti all’estero — 294 — insufficienti e non proprio ben organizzati, affermano coloro che non sono riusciti ad esercitare il proprio diritto di voto.
Nel finesettimana, in alcune grandi città europee — Londra, Dublino, Madrid, Parigi e Vienna — i romeni sono scesi in piazza, chiedendo le dimissioni di Corlatean e l’aumento del numero di seggi. A loro si sono affiancati, in segno di solidarietà, connazionali dal Paese. La legge non permette l’allestimento di più seggi per i romeni all’estero per il turno di ballottaggio del 16 novembre, ha lasciato intendere nella sua ultima presa di posizione in veste di ministro degli Esteri Titus Corlatean, il quale ha spiegato che con il suo gesto ha desiderato evitare di offrire motivi di contestazione delle elezioni presidenziali.
“Come ministro, ho l’obbligo di assicurare assieme alla mia equipe il rispetto della legge, ma anche la salvaguardia dell’immagine e del prestigio del dicastero. Di conseguenza, perchè desidero rispettare la legge, ho deciso di rassegnare le dimissioni dall’incarico di ministro degli Esteri della Romania”, ha detto Corlatean.
Lattuale legislazione elettorale non permette l’allestimento di nuovi seggi elettorali per i romeni all’estero, in mancanza di deroghe o modifiche legislative essendo possibili solo misure di snellimento del processo di votazione, ha affermato anche il neo ministro degli Esteri, Teodor Melescanu, presso la sede dell’Ufficio Elettorale Centrale, dove si è recato per chiarimenti.
“Occorre, secondo me, adottare tutte le misure necessarie affinchè gli aventi diritto possano votare senza alcuna difficoltà. Per quanto riguarda ciò che verrà fatto concretamente, dipende innanzittutto dalla discussione degli aspetti legali e dal tempo rimasto”, ha spiegato Melescanu.
In un comunicato, l’Ufficio Elettorale Centrale ha precisato, ieri, che l’allestimento dei seggi elettorali all’estero compete esclusivamente al Minsitero degli Esteri e che non ci sarebbe alcun ostacolo legale per l’allestimento di nuovi seggi per i romeni all’estero. L’Opposizione, attraverso il primo vicepresidente dell’Alleanza Cristiana-Liberale, Catalin Predoiu, ex ministro della Giustizia, inisiste che le dimissioni di Corlatean non risolvono i problemi constatati durante il primo turno delle presidenziali e che nuovi seggi elettorali per i romeni all’estero potrebbero essere allestiti per decreto governativo.
“Ponta deve risolvere il problema. Aumentare il numero dei seggi elettorali, emanare un decreto governativo, fare quello che fa un premier e dare il diritto costituzionale ai romeni all’estero di esercitare il proprio voto”, ha detto Predoiu.
Nell’opinione del capo dello stato romeno, Traian Basescu, le dimissioni di Titus Corlatean sono arrivate troppo tardi.
(traduzione di Adina Vasile)