Presidenziali: ballottaggio, sfida Ponta-Iohannis
Vincitore, con il 40,44%% dei voti, del primo turno delle presidenziali, il socialdemocratico Victor Ponta e, a 42 anni, il più giovane premier della Romania post-comunista. Laureato in Giurisprudenza, il candidato dell’Alleanza elettorale Partito Socialdemocratico-Unione per il Progresso della Romania-Partito Conservatore è entrato rapidamente in politica, dopo una breve carriera di procuratore. Si è formato, nei primi anni 2000, vicino al premier e leader di partito, il controverso Adrian Nastase, diventando premier nella primavera del 2012. Nei due anni e mezzo da quando presiede il Governo, è diventato estremamente popolare nei baluardi tradizionali della sinistra, nell’est e sud del Paese, che gli hanno anche assicurato la vittoria al primo turno. I risultati macroeconomici positivi, le misure generose di tutela sociale, l’abilità di comunicare ciò che piace sentire al pubblico, la passione per lo sport hanno reso popolare il premier. I suoi avversari gli rimproverano, invece, la mancata competenza nei dossier economici e le relazioni poco chiare con colleghi di partito giunti, nel frattempo, dietro le sbarre, per atti di corruzione.
Bogdan Matei, 13.11.2014, 14:27
In netto contrasto, il candidato dell’Alleanza Cristiana-Liberale Partito Nazional-liberale-Partito Democratico Liberale, il leader liberale Klaus Iohannis, votato dal 30,37% dell’elettorato che si è presentato alle urne, è uno dei più sobri politici romeni. A 55 anni, Iohannis è uno dei più longevi sindaci in Romania. Eletto per la prima volta nel 2000 come sindaco della città di Sibiu (nel centro), ha vinto ulteriormente altri tre mandati, l’ultimo due anni fa. Caso abbastanza raro tra i sindaci romeni, in 14 anni Iohannis non è mai stato protagonista di alcun fascicolo di corruzione. La città di Sibiu, tutti sembrano d’accordo, è una delle meglio gestite città del Paese, il che le ha valso nel 2007 anche il titolo di “capitale europea della cultura”. Il merito, affermano i sostenitori di Iohannis — la loro maggioranza dalle grandi città, del centro e ovest del Paese — è di questo professore di fisica, etnico sassone, di confessione luterana. Che, a differenza dalle centinaia di migliaia di etnici sassoni che hanno scelto di tornare, negli ultimi decenni, in Germania, ha preferito restare. I suoi avversari gli rimproverano di non essere proprio un buon comunicatore, di essere troppo provinciale per dirigere da Bucarest e insensibile ai valori della maggioranza etnica romena, di confessione prevalentemente ortodossa.
Victor Ponta è sostenuto in vista del turno di ballottaggio da alcuni degli sfidanti perdenti del primo turno: l’ex premier liberale Calin Popescu-Tariceanu, i populisti Corneliu Vadim Tudor e Dan Diaconescu, l’ex direttore del Servizio Informazioni Estere e neo ministro degli Esteri, Teodor Melescanu. Dal canto suo, Iohannis è sostenuto dall’eurodeputata indipendente Monica Macovei, mentre il leader del Partido Il Movimento Popolare, Elena Udrea, si pronuncia per un voto anti-Ponta.
(traduzione di Adina Vasile)