Presidenziali: ballottaggio in dirittura d’arrivo
Continua la campagna elettorale per il turno di ballottaggio delle presidenziali in Romania, indetto per il 16 novembre. È probabile che non ci sia un faccia a faccia tra i sfidanti rimasti in lizza, il premier socialdemocratico Victor Ponta, candidato dell’alleanza PSD-UNPR-PC, e il leader liberale Klaus Iohannis, candidato dell’Alleanza Cristiana-liberale PNL-PDL. Le equipe di campagna elettorale dei due sfidanti non sono riuscite a raggiungere un compromesso sul luogo del confronto e si accusano reciprocamente di rifiuto ostinato a presentarsi ad un faccia a faccia. Come notava un analista, adesso si dibatte non il progetto Paese di un candidato o di un altro, ma il dibattito stesso. La campagna è stata segnata anche dai problemi di organizzazione del processo elettorale del primo turno, che hanno impedito a molti romeni all’estero di votare. Il malcontento ha riguardato, principalmente, le procedure pesanti e il numero insufficiente di seggi elettorali, ed ha provocato proteste sia in Romania, che in diverse città europee.
Ştefan Stoica, 10.11.2014, 15:13
Continua la campagna elettorale per il turno di ballottaggio delle presidenziali in Romania, indetto per il 16 novembre. È probabile che non ci sia un faccia a faccia tra i sfidanti rimasti in lizza, il premier socialdemocratico Victor Ponta, candidato dell’alleanza PSD-UNPR-PC, e il leader liberale Klaus Iohannis, candidato dell’Alleanza Cristiana-liberale PNL-PDL. Le equipe di campagna elettorale dei due sfidanti non sono riuscite a raggiungere un compromesso sul luogo del confronto e si accusano reciprocamente di rifiuto ostinato a presentarsi ad un faccia a faccia. Come notava un analista, adesso si dibatte non il progetto Paese di un candidato o di un altro, ma il dibattito stesso. La campagna è stata segnata anche dai problemi di organizzazione del processo elettorale del primo turno, che hanno impedito a molti romeni all’estero di votare. Il malcontento ha riguardato, principalmente, le procedure pesanti e il numero insufficiente di seggi elettorali, ed ha provocato proteste sia in Romania, che in diverse città europee.
La campagna per il secondo turno è stata però segnata anche da accuse senza copertura e attacchi di vario tipo cui hanno ricorso i due schieramenti. Ad esempio, di Klaus Iohannis, etnico tedesco, lo schieramento di sinistra ha detto che perseguirebbe lo smembramento del Paese — accusa tipica dell’arsenale elettorale degli anni ’90. Dal canto suo, lo schieramento di destra ha accusato Victor Ponta che intenderebbe aumentare le tasse e reintrodurre la tassazione progressiva dal 2015.
Gli unici gesti normali per una battaglia con una posta in gioco importante sono le alleanze create per l’occasione, volte ad aumentare le chance di successo. Qui, gli sfidanti hanno scelto strade diverse. Il premier Ponta ha ottenuto il sostegno di diversi sfidanti usciti dalla corsa elettorale, tra cui l’ex premier liberale, Calin Popescu Tariceanu, due esponenti di partiti populisti, Corneliu Vadim Tudor e Dan Diaconescu, e l’ex direttore del Servizio Informazioni Estere, Teodor Melescanu.
Dal canto suo, Klaus Iohannis ha annunciato che non negozierà con i suoi ex sfidanti per assicurarsi il loro sostegno al secondo turno. Ciononostante, due candidati alla presidenza, sempre dalla destra della compagine politica, l’ex ministro della Giustizia, Monica Macovei, e il leader del Partito Il Movimento Popolare (all’opposizione, filo-presidenziale), Elena Udrea, hanno chiesto all’elettorato di votare contro Victor Ponta. A sua volta, l’Unione Democratica Magiari di Romania (partner al governo) ha esortato i suoi sostenitori a votare secondo la coscienza. Nessuno di coloro che hanno offerto il loro sostegno politico ad un candidato oppure ad un altro può garantire loro i voti che loro stessi si sono aggiudicati al primo turno. In questo contesto, potrebbero essere proprio gli indecisi a decidere l’esito del secondo turno.
(traduzione di Adina Vasile)