Presidenza romena del Consiglio UE – un primo dossier concluso
Il Parlamento Europeo e gli stati membri hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla tutela dei dati personali, in vista delle elezioni europee che si svolgeranno nel mese di maggio. Secondo le nuove regole, saranno inflitte multe per l’uso abusivo, da parte dei partiti politici, dei dati a carattere personale, per influire sull’atteggiamento degli elettori. Le nuove disposizioni intendono proteggere il processo elettorale da campagne di disinformazione online, basate sull’uso abusivo dei dati a carattere personale degli elettori. Qualche mese prima delle elezioni europee, si è convenuto su un emendamento che renderà possibile l’introduzione di sanzioni finanziarie imposte ai partiti oppure alle fondazioni politiche europee che trasgrediscono deliberatamente le regole di tutela dei dati personali, per influire sul risultato delle elezioni. Le sanzioni rappresenterebbero il 5% del budget annuale del partito o della fondazione politica europea in causa. Inoltre, chi si dimostra colpevole di trasgressioni del genere non potrà sollecitare finanziamento dal budget generale dell’Unione Europea nell’anno in cui viene inflitta la sanzione. Il testo va adottato rapidamente in modo formale dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, nelle prossime settimane, di modo che ci siano le norme necessarie per le elezioni europee del maggio prossimo.
Daniela Budu, 17.01.2019, 13:33
Il Parlamento Europeo e gli stati membri hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla tutela dei dati personali, in vista delle elezioni europee che si svolgeranno nel mese di maggio. Secondo le nuove regole, saranno inflitte multe per l’uso abusivo, da parte dei partiti politici, dei dati a carattere personale, per influire sull’atteggiamento degli elettori. Le nuove disposizioni intendono proteggere il processo elettorale da campagne di disinformazione online, basate sull’uso abusivo dei dati a carattere personale degli elettori. Qualche mese prima delle elezioni europee, si è convenuto su un emendamento che renderà possibile l’introduzione di sanzioni finanziarie imposte ai partiti oppure alle fondazioni politiche europee che trasgrediscono deliberatamente le regole di tutela dei dati personali, per influire sul risultato delle elezioni. Le sanzioni rappresenterebbero il 5% del budget annuale del partito o della fondazione politica europea in causa. Inoltre, chi si dimostra colpevole di trasgressioni del genere non potrà sollecitare finanziamento dal budget generale dell’Unione Europea nell’anno in cui viene inflitta la sanzione. Il testo va adottato rapidamente in modo formale dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, nelle prossime settimane, di modo che ci siano le norme necessarie per le elezioni europee del maggio prossimo.
Il ministro con delega agli affari europei, George Ciamba, ha parlato positivamente della chiusura di questo dossier, il primo della presidenza romena del Consiglio dell’UE. George Ciamba: “Si tratta della modifica di un regolamento che riguarda il finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni, ma, infatti, punta sulla tutela dei dati personali, nel senso che un partito politico non è autorizzato a sollecitare informazioni oppure a sollecitare da un altro operatore un certo tipo di azione che presupponga che gli siano messi a disposizione dati non sottoposti alla tutela. Le forze politiche, le fondazioni hanno utilizzato i servizi di una compagnia ed esistono alcuni obblighi in questa direttiva, inclusa la notifica presso le autorità per la tutela dei dati, se vengono notati simili fenomeni, e, ovviamente, presso le autorità elettorali”.
La proposta concordata fa parte di un pacchetto più ampio di misure stabilite dalla Commissione Europea, che puntano sull’organizzazione di elezioni libere e corrette. Tra queste, una maggiore trasparenza per quanto riguarda i materiali pubblicitari a carattere politico pubblicati online, la tutela contro gli incidenti di sicurezza cibernetica e il contrasto delle campagne di disinformazione. La Commissione sostiene che le autorità nazionali, i partiti politici e la stampa dovrebbero, dal canto loro, prendere misure per proteggere le proprie reti e sistemi informatici contro le minacce alla sicurezza cibernetica.