Politici accusati di corruzione
La lotta alla corruzione in
Romania ha registrato una prima. I procuratori hanno disposto, ieri, la misura
del controllo giudiziario, contro una cauzione da record, di 13 milioni di
euro, nei confronti del deputato Seabastian Ghita, dopo che la plenaria della
Camera dei Deputati aveva bocciato le richieste della Direzione Nazionale
Anticorruzione di fermo e custodia cautelare. Stretto collaboratore dell’ex
premier socialdemocratico Victor Ponta, Ghita è accusato di diversi reati, tra
cui tangenti, ricatto, acquisto di influenza e guida senza patente.
Bogdan Matei, 01.04.2016, 17:25
La lotta alla corruzione in
Romania ha registrato una prima. I procuratori hanno disposto, ieri, la misura
del controllo giudiziario, contro una cauzione da record, di 13 milioni di
euro, nei confronti del deputato Seabastian Ghita, dopo che la plenaria della
Camera dei Deputati aveva bocciato le richieste della Direzione Nazionale
Anticorruzione di fermo e custodia cautelare. Stretto collaboratore dell’ex
premier socialdemocratico Victor Ponta, Ghita è accusato di diversi reati, tra
cui tangenti, ricatto, acquisto di influenza e guida senza patente.
Nello stesso fascicolo, sono già
state messe in custodia cautelare persone che, visti i loro incarichi, dovevano
vegliare non sulla violazione, ma sull’applicazione della legge: i procuratori
Liviu Tudose e Aurelian Mihaila, l’ex sottosegretario di stato nel Ministero
dell’Interno Viorel Dosaru e l’ex capo della Direzione Generale Anticorruzione
della Polizia Prahova, Constantin Ispas. Ghita ha respinto le accuse ed ha
affermato che il bersaglio dei procuratori sarebbe, infatti, Ponta. Il deputato
ha avuto un’ascesa e un declino altrettanto brutali. Era ancora studente quando
i suoi talenti di specialista IT e imprenditore l’hanno trasformato in un
milionario in euro. Patron di televisione, abbonato dei contratti con lo stato,
è entrato in politica ed è diventato una delle star del gruppo di giovani
socialdemocratici intorno a Ponta e una figura-chiave della commissione
parlamentare di controllo sull’attività dell’Intelligence. Una volta entrato
nel mirino della Direzione Nazionale Anticorruzione, l’impero che aveva
costruito è iniziato a crollare con un castello di carte a gioco. È stato
escluso dal Partitosocialdemocratico e dalla Commissione di controllo
sull’attività dell’Intelligence, e il controllo giudiziario significa che non
può entrare in contatto nemmeno con i propri dipendenti del trust televisivo.
Sempre ieri, il Tribunale
Bucarest ha disposto gli arresti domiciliari, per 30 giorni, del sindaco di
Craiova (città nel sud del Paese), la socialdemocratica Lia Olguta Vasilescu.
Il sindaco era stato fermato con l’accusa di presa di tangenti, uso
dell’influenza per ottenere soldi, beni o altri benefici indebiti e riciclaggio
di denaro. È un nuovo colpo per il Partito Socialdemocratico, che tutte le
prognosi indicano come il grande favorito delle elezioni amministrative del 5
giugno.
Nel contesto in cui, per la
prima volta in Romania postcomunista, i sindaci saranno eletti in un unico
turno di scrutinio, Vasilescu aveva chance massime ad essere rieletta sindaco
di una città in cui è molto popolare. Adesso, i procuratori anticorruzione
l’accusano che, con i reati già menzionati, avrebbe praticamente finanziato,
illegalmente, con circa 130 mila euro, la campagna elettorale del 2012, in
seguito alla quale è diventata sindaco.
Visibilmente colpito dalla notizia, il leader dei socialdemocratici,
Liviu Dragnea, ha dichiarato che il suo arresto deve rappresentare una seria
preoccupazione per tutti i candidati, non solo per quelli del PSD. Dragnea ha
annunciato che proporrà la realizzazione di una cosiddetta guida del candidato,
ossia una lista di cose che il candidato non faccia per non finire dietro le
sbarre. Alcuni analisti trovano l’idea opportuna, altri ridicola, e questi
ultimi affermano che, al posto di una guida per i candidati, basta il rispetto
del comandamento biblico non rubare! (traduzione di Adina Vasile)