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Politiche sociali in dibattito

Se l’economia registra una crescita del 4%, non può aumentare qualcosa del 40%, dichiarava, di recente, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, in riferimento al previsto aumento delle pensioni a cominciare dal 1° settembre prossimo. Il capo della Banca Centrale non è l’unico ad aver attirato l’attenzione che la Romania rischia di entrare in una zona buia se il deficit di bilancio, che ha già superato il tetto massimo ammesso dall’UE del 3%, continuerà ad aumentare in seguito a misure populiste. L’aumento delle pensioni è legiferato dall’ex maggioranza di sinistra, senza però che ci siano le basi economiche necessarie, accusa il governo di destra. D’altronde, l’attuale governo ha rinviato all’estate il raddoppiamento degli assegni famigliari, un’altra misura populista imposta dal PSD, che non si è basata su un calcolo delle risorse e non è stata nemmeno inserita nel bilancio di previsione.

Politiche sociali in dibattito
Politiche sociali in dibattito

, 21.01.2020, 14:41

Se l’economia registra una crescita del 4%, non può aumentare qualcosa del 40%, dichiarava, di recente, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, in riferimento al previsto aumento delle pensioni a cominciare dal 1° settembre prossimo. Il capo della Banca Centrale non è l’unico ad aver attirato l’attenzione che la Romania rischia di entrare in una zona buia se il deficit di bilancio, che ha già superato il tetto massimo ammesso dall’UE del 3%, continuerà ad aumentare in seguito a misure populiste. L’aumento delle pensioni è legiferato dall’ex maggioranza di sinistra, senza però che ci siano le basi economiche necessarie, accusa il governo di destra. D’altronde, l’attuale governo ha rinviato all’estate il raddoppiamento degli assegni famigliari, un’altra misura populista imposta dal PSD, che non si è basata su un calcolo delle risorse e non è stata nemmeno inserita nel bilancio di previsione.



Tuttavia, l’esecutivo liberale assicura che le pensioni e gli assegni familiari aumenteranno. Il premier Ludovic Orban ha riaffermato che sono previsti fondi per l’aumento delle pensioni e degli assegni famigliari, ma ha sottolineato che ogni decisione in merito sarà presa solo fra sei mesi, in seguito ad un’analisi economica che starà alla base della manovra bis. Il nostro obiettivo è chiaro, cioè di aumentare i redditi dei romeni, i salari nell’ambiente privato, le pensioni, gli assegni familiari, ma alla base di questi aumenti deve stare, ovviamente, una crescita economica stabile, non aumenti sulla carta che portino all’inflazione e che non possano più essere sostenuti a lungo termine”, ha affermato Ludovic Orban.



I socialdemocratici sono del parere che l’esecutivo Orban abbia annullato, in meno di tre mesi, i progressi economici ottenuti in precedenza, e che tale fatto sia provato dalle cifre. Da un deficit del 2,97%, si è arrivati al 4%. Da un debito pubblico del 35%, si anticipa uno del 39%. L’inflazione è arrivata al 4,2% dal 3,4% quanto registrato a novembre, mentre il tasso di cambio leu-euro ha toccato un livello storico senza precedenti”, ha dichiarato l’ex ministra socialdemocratica del Lavoro, Lia Olguţa Vasilescu.



Sostenitore dichiarato del governo liberale, il presidente Klaus Iohannis afferma che l’aumento delle pensioni e degli stipendi è una questione che sarà analizzata dal Governo, ma ricorda che sia lui, che l’esecutivo lo desiderano. Seguirà un duro scontro tra il PNL e il PSD nel Parlamento, dove il governo Orban porrà la fiducia sulla legge relativa all’elezione dei sindaci in due turni. Gli emendamenti al ddl potranno essere inoltrati entro il 27 gennaio, dopo di che seguirà il dibattito nella plenaria il 29 gennaio. Finora, il PSD ha reagito solo a livello dichiarativo alla fiducia posta dal Governo su diverse leggi, inclusa la finanziaria, però non avrebbe potuto lasciar passare una modifica della legge elettorale che gli potrebbe provocare ingenti perdite alle amministrative di quest’estate. Di conseguenza, ha deciso di inoltrare una mozione di sfiducia e di estenderne l’oggetto, dall’elezione dei sindaci in due turni, all’intera attività del Governo Orban. Appoggiati dall’UDMR, anch’essa svantaggiata nell’eventualità di un cambiamento della legislazione elettorale, i socialdemocratici confidano nel successo della mozione, ma non desiderano tornare al governo.

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