Politiche: Romania, al via la campagna elettorale
Quasi 19 milioni di romeni aventi diritto di voto sono chiamati alle urne il 6 dicembre per eleggere i membri del futuro Parlamento. Sono le seconde elezioni organizzate quest’anno, dopo le amministrative che si sono svolte a fine settembre. Per un determinato periodo, la loro organizzazione è rimasta incerta, a causa di un disegno di legge che proponeva il rinvio al marzo 2021, sullo sfondo della pandemia, ma che è rimasto bloccato nell’iter legislativo. Come accaduto anche nel caso delle amministrative, la pandemia, tramite le norme rigorose e i divieti imposti dalle autorità per tenerla sotto un relativo controllo, toglierà alla campagna elettorale il colore e il fascino e diventerà tema dominante.
Ştefan Stoica, 06.11.2020, 11:20
Quasi 19 milioni di romeni aventi diritto di voto sono chiamati alle urne il 6 dicembre per eleggere i membri del futuro Parlamento. Sono le seconde elezioni organizzate quest’anno, dopo le amministrative che si sono svolte a fine settembre. Per un determinato periodo, la loro organizzazione è rimasta incerta, a causa di un disegno di legge che proponeva il rinvio al marzo 2021, sullo sfondo della pandemia, ma che è rimasto bloccato nell’iter legislativo. Come accaduto anche nel caso delle amministrative, la pandemia, tramite le norme rigorose e i divieti imposti dalle autorità per tenerla sotto un relativo controllo, toglierà alla campagna elettorale il colore e il fascino e diventerà tema dominante.
In questi tempi complicati, i meeting elettorali sono ormai un ricordo. Agli avvenimenti e alle riunioni in spazi chiusi possono partecipare al massimo 20 persone, mentre all’aperto non più di 50 persone. Quanto alle azioni svolte sulla strada, il numero delle persone che si spostano in gruppo è stato limitato a 6, mentre nel caso degli spostamenti di porta in porta — le squadre saranno formate da non più di due persone. Gli organizzatori delle azioni elettorali hanno l’obbligo, tra l’altro, di garantire e di rispettare norme e regole tra cui l’obbligo di indossare la mascherina per tutti i partecipanti alle riunioni e il triage osservazionale tra di loro.
La posta in gioco di queste elezioni è enorme, come sempre. Il PNL governa da più di un anno in condizioni politiche difficili, con un parlamento ostile, dominato dal PSD. Perciò, i liberali, sostenuti dal presidente del Paese, non nascondono di voler vedere riconfermata la vittoria ottenuta alle amministrative, in cui hanno vinto il voto politico, per costruire una maggioranza. I socialdemocratici invece auspicano di ottenere un numero di voti che li mantenga in una posizione privilegiata. L’Alleanza USR-PLUS è arrivata al quarto test elettorale, dopo le europee del 2019, quando ha fatto una bella figura, le presidenziali dell’anno scorso e le amministrative di quest’anno e vorrebbe ottenere una percentuale che costringa i liberali a sollecitare la sua collaborazione per formare un futuro governo. Pro Romania (sinistra), PMP (destra) e UDMR, al momento possono pretendere solo di essere rappresentati nel Parlamento.
Si sono iscritti in gara anche partiti non-parlamentari e indipendenti. Le minoranze nazionali, diverse da quella ungherese, hanno ciascuna un seggio garantito nella Camera dei Deputati. Invece i romeni all’estero saranno rappresentati da 4 deputati e 2 senatori. All’estero, oltre 39 mila romeni si sono registrati per il voto per corrispondenza alle elezioni politiche. La maggior parte delle domande è arrivata dai romeni che vivono in Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna e Francia. I seggi elettorali allestiti all’estero saranno aperti due giorni, il 5 e il 6 dicembre. Nel Paese, il processo di voto si svolgerà solo domenica, 6 dicembre.