Politica: reazioni alla caduta del Governo
Tre partiti hanno contribuito alla destituzione, ieri, tramite mozione di sfiducia del Governo PNL-UDMR presieduto dal neo presidente dei liberali, Florin Cîțu. Sui 318 parlamentari presenti nella plenaria del Parlamento, hanno votato a favore della mozione 281, nessuno contro e non c’è stata alcuna astensione. Il governo è stato sfiduciato con i voti dei partiti all’opposizione PSD e AUR (nazionalista), ma anche con quelli dell’USR, fino a settembre parte della coalizione governativa. Appunto per questo, nel suo discorso al Parlamento, Florin Cîțu ha attaccato soprattutto i membri dell’USR: ʺDopo aver complottato per destituire il Governo, vogliono tornare al governo, ma con un capo più indulgente, qualcuno imposto da loro che faccia finta di niente, quando invece della destra, loro scelgono la sinistra.ʺ
Non è tardata la risposta del vicepresidente dell’USR, Dan Barna: ʺLei avrebbe potuto essere quel premier riformatore, ma ha preferito frenare il programma di governo che doveva porre fine alla crisi.ʺ
Il leader del PSD, Marcel Ciolacu, ha accusato l’Esecutivo Cîţu del fatto che, in 9 mesi di mandato, non ha proposto misure concrete per la salute, l’economia o per l’aumento del tenore di vita dei romeni: ʺIl problema nostro e dei romeni è che avete distrutto il Paese con la vostra lotta assurda per il potere.ʺ
Dall’altra parte della barricata politica, il PNL ha visto nella destituzione del Governo Cîțu un atto irresponsabile — la Romania si trova in mezzo alla quarta ondata della pandemia, mentre le bollette all’energia e al gas sono alle stelle. Ora, sfiduciato il Governo, ciascuna forza politica del Parlamento espone la propria posizione e segue i propri interessi. Sono, però talmente divergenti, che sembra estremamente difficile configurare una coalizione che superi un voto di investitura. Il PSD e l’AUR desiderano un Governo tecnico fino a eventuali elezioni anticipate. L’USR vorrebbe tornare al governo, ma con un premier diverso da Florin Cîţu. Una parte dei liberali affermano che bisognerebbe nominare sempre l’attuale leader del PNL, mentre un’altra sostiene l’ex leader liberale, Ludovic Orban.
L’ultima parola spetta, però, al presidente del Paese, Klaus Iohannis, che ha lasciato un periodo insolitamente lungo per i negoziati: ʺPer dare tempo ai partiti politici di riunirsi, trovare approcci maturi e proporli alle consultazioni, inviterò i partiti politici a consultazioni solo la prossima settimana.ʺ
Il premier designato dal presidente Iohannis avrà a disposizione 10 giorni per presentare al Parlamento la propria squadra e il programma di governo con cui ottenere il voto di fiducia. Intanto, la crisi politica romena è in prima pagina anche sulla stampa internazionale: la notizia sulla caduta del Governo di Florin Cîțu è arrivata dagli USA fino in India.
Roxana Vasile, 06.10.2021, 13:42