Politica: mosse sulla scena di Bucarest
In 25 anni di pluripartitismo, la Romania postcomunista non ha mai vissuto l’esperienza delle elezioni politiche anticipate. Lungo le legislature, le formule governative si sono modificate, e l’aritmetica della maggioranza parlamentare è spesso oscillata. Però i deputati e i senatori hanno conservato con cautela i seggi di quattro anni e l’elettorato non è mai stato convocato alle urne prima della scadenza.
Bogdan Matei, 06.01.2015, 12:55
In 25 anni di pluripartitismo, la Romania postcomunista non ha mai vissuto l’esperienza delle elezioni politiche anticipate. Lungo le legislature, le formule governative si sono modificate, e l’aritmetica della maggioranza parlamentare è spesso oscillata. Però i deputati e i senatori hanno conservato con cautela i seggi di quattro anni e l’elettorato non è mai stato convocato alle urne prima della scadenza.
Con un tono migliorato dalla vittoria alle presidenziali di novembre del suo ex leader, Klaus Iohannis, il PNL annuncia che vuole assumere il governo. E che, per questo, non esclude di provocare, in prima, uno scrutinio anticipato. La co-presidente liberale Alina Gorghiu ha annunciato lunedì che, durante la sessione parlamentare che comincerà il 1 febbraio, sarà inoltrata una mozione di sfiducia, il cui tema sarà stabilito dopo l’elaborazione del programma di governo.
Essa riconosce, però, che non è mica facile rimuovere il governo presieduto dal socialdemocratico Victor Ponta e formato dall’alleanza di sinistra PSD-UNPR-PC, più la dissidenza liberale PLR del presidente del Senato, Calin Popescu Tariceanu. “Certo, non siamo bambini, sappiate che sappiamo che è una cosa che si può compiere in maniera estremamente difficile”, ha dichiarato Alina Gorghiu.
L’aritmetica è assolutamente sfavorevole ai liberali. Insediato meno di un mese fa, il gabinetto Ponta nella sua quarta formula ha ricevuto all’investitura 377 voti favorevoli e solo 134 parlamentari, liberali e non affiliati, hanno votato contro. Parte del governo fino a dicembre, l’UDMR si è astenuta.
L’altro copresidente PNL, l’ex leader democratico-liberale Vasile Blaga, dice che avvierà colloqui con tutti i partiti, per formare una nuova maggioranza che eliminasse i socialdemocratici dal potere. “Discuteremo esattamente nel momento in cui questo programma di governo sarà ultimato, per portare una nuova maggioranza attorno questo programma di governo. Certo, si discuterà con tutte le forze politiche del parlamento, eccezion fatta per il PSD”, ha dichiarato Vasile Blaga.
Su Facebook, il suo mezzo prediletto di comunicazione dopo aver perso le presidenziali, il premier Ponta annuncia di aver preso atto delle intenzioni del PNL. Lui ammonisce che uno scrutinio anticipato presupporrebbe un periodo di instabilità politica di oltre tre mesi, per il quale i liberali dovrebebro assumersi la responsabilità.
E le elezioni si svolgerebbero sempre in base all’attuale legge elettorale, quindi il nuovo legislativo avrebbe lo stesso numero grande di parlamentari come quello esistente. Perciò, Ponta chiede ai leader liberali la collaborazione per cambiare previamente la legge elettorale.
Persino i commentatori profondamente ostili al premier trovano l’idea ragionevole, in quanto diminuirebbe la drammatica rottura tra politici e cittadini. Nel 2009, in un plebiscito che ha riunito tutte le condizioni legali, tre quarti di quanti sono andati alle urne hanno chiesto un Parlamento unicamerale, con soli 300 eletti. Tre anni più tardi, in seguito all’introduzione del cosiddetto voto uninominale, i romeni si sono trovati davanti a 588 senatori e deputati, che stanno popolando uno dei più gonfi e costosi parlamenti dell’Europa.