Politica: la destra alla ricerca dell’unificazione
I liberali e i democratico-liberali, numero due e numero tre di una gerarchia confermata dalle recenti europee in Romania, hanno deciso di costruire ciò che ritengono un progetto politico solido. Ossia di fondersi per creare un grande partito di centro-destra, capace di opporsi al Partito Socialdemocratico, che ha stravinto le europee assieme ai suoi piccoli alleati e che si trova in pole-position per la corsa presidenziale del prossimo novembre. A breve termine, l’obiettivo del Partito Nazional-liberale e del Partito Democratico-liberale è di imporre un candidato unico, forte, alle elezioni per la carica suprema nello stato. I due partiti cominceranno a funzionare come alleati subito, sia a livello parlamentare, che locale, anche se ciò significherà per i liberali la rinuncia alle alleanze con i socialdemocratici. Si tratta di tappe preliminari obbligatorie che precedono la fusione, del resto, un processo difficile, che richiede tempo, come ha ammesso il presidente liberale ad interim, Crin Antonescu.
Ştefan Stoica, 29.05.2014, 12:48
I liberali e i democratico-liberali, numero due e numero tre di una gerarchia confermata dalle recenti europee in Romania, hanno deciso di costruire ciò che ritengono un progetto politico solido. Ossia di fondersi per creare un grande partito di centro-destra, capace di opporsi al Partito Socialdemocratico, che ha stravinto le europee assieme ai suoi piccoli alleati e che si trova in pole-position per la corsa presidenziale del prossimo novembre. A breve termine, l’obiettivo del Partito Nazional-liberale e del Partito Democratico-liberale è di imporre un candidato unico, forte, alle elezioni per la carica suprema nello stato. I due partiti cominceranno a funzionare come alleati subito, sia a livello parlamentare, che locale, anche se ciò significherà per i liberali la rinuncia alle alleanze con i socialdemocratici. Si tratta di tappe preliminari obbligatorie che precedono la fusione, del resto, un processo difficile, che richiede tempo, come ha ammesso il presidente liberale ad interim, Crin Antonescu.
“La fusione comporta tempo. Che succederà prima delle presidenziali o dopo, resta da vedere. Certo è che, senza sostituire una nuova alleanza giuridica, funzioniamo in realtà come due alleati politici molto vicini, fino a costruire in dettaglio un progetto politico importante e durevole”, ha spiegato Antonescu.
La collaborazione dei due partiti a livello parlamentare e nel territorio inizierà subito, ha sottolineato il presidente del Partito Democratico-liberale, Vasile Blaga.
“I gruppi parlamentari nelle due camere lavoreranno insieme, cominceranno la collaborazione nel territorio per costituire maggioranze dei due partiti, affinchè, quanto prima, arriviamo alla costruzione di un partito di centro-destra molto forte in Romania”, ha spiegato Blaga.
L’elettorato romeno vive, probabilmente, una sensazione di già visto. Oltre un decennio fa, sempre il Partito Nazional-liberale e il Partito Democratico-liberale, all’epoca solo Democratico, davano i natali all’Alleanza Giustizia e Verità, vista come un bambino terribile della politica romena e una grande chance contro un Partito Socialdemocratico colpito dalla megalomania e dall’autoritarismo. Un’alleanza politica che si è spenta però prematuramente. Il ruolo decisivo nella scomparsa dell’Alleanza Giustizia e Verità è stato svolto dal presidente Traian Basescu. Da allora, la politica romena ha attraversato un matrimonio clamoroso e due divorzi altrettanto clamorosi. Il Partito Nazional-liberale si è alleato con il Partito Socialdemocratico contro Traian Basescu e il Partito Democratico-liberale, per separarsi ulteriormente, quasi in contemporanea al divorzio storico tra il presidente e i democratico-liberali.