Pensioni: leggeri incrementi per 230.000 romeni
Oltre 230.000 romeni andati in pensione dopo il 1 gennaio 2011 riceveranno incrementi medi di 63 lei (circa 14 euro) entro fine marzo, in seguito all’applicazione di certe correzioni.
România Internațional, 25.03.2014, 12:33
Oltre 230.000 romeni andati in pensione dopo il 1 gennaio 2011 riceveranno incrementi medi di 63 lei (circa 14 euro) entro fine marzo, in seguito all’applicazione di certe correzioni.
Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Rovana Plumb, spiegando che si tratta di una differenza che interessa i mesi di novembre e dicembre 2013.
“Forse in cifra assoluta, non è così spettacolare come crescita media, pari ai 63 lei. L’applicazione giusta dell’indice di correzione è stata necessaria per una migliore correlazione tra il salario e la pensione ottenuta”, ha detto il ministro.
Praticamente, si tratta di un ricalcolo delle pensioni, deciso lo scorso dicembre dal Governo, in base a una decisione emessa il mese precedente dalla Corte Costituzionale. La Corte ha constatato che il Governo aveva applicato un indice di correzione sbagliato.
L’indice rappresenta una delle componenti tenute in considerazione nel calcolo delle pensioni e, stando ai giudici, era stato stabilito a un valore inferiore rispetto ad altri anni.
Il premier socialdemocratcio Victor Ponta ha ammesso che le pensioni sono ancora basse rispetto alle necessità, però ha sottolineato che si tratta di un recupero dopo le perdite subite nel 2009 — 2011.
Le dichiarazioni del premier hanno provocato le critiche dell’opposizione. Fino a poco fa alleati al governo, i liberali dichiarano che quello che chiamano “ipocrisia e demagogia” dei socialdemocratici sono tanto più grandi in quanto sanno molto bene che il ricalcolo di oltre 200.000 pensioni era stato deciso a dicembre 2013, e che alla preparazione della sua applicazione aveva lavorato intensamente anche l’allora ministro liberale Mariana Campeanu.
Sempre dall’opposizione, l’ex ministro democratico-liberale del Lavoro, Claudia Boghicevivi, definisce come “bugia elettorale” l’annuncio sulle crescite delle pensioni, in quanto il Governo era stato costretto da cinque mesi dalla Corte Costituzionale a ricalcolare le pensioni.