Pensioni e indennità, all’attenzione del governo
Dopo che, per circa sei mesi, il governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest ha focalizzato l’attenzione sulla retribuzione dei dipendenti pagati dal pubblico denaro, ora tocca ai pensionati. Non si tratta, però, di coloro i cui redditi sono proporzionali ai contributi sociali versati dallo stipendio nel corso della loro l’attività, bensì delle persone che ricevono le cosiddette pensioni speciali: ex diplomatici, aviatori, magistrati, dipendenti dei Ministeri della Difesa e dell’Interno, o dell’intelligence. Il valore medio di un simile reddito ammonta a poco più di 8000 lei, cioè circa 2000 euro.
Roxana Vasile, 01.08.2017, 11:57
Dopo che, per circa sei mesi, il governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest ha focalizzato l’attenzione sulla retribuzione dei dipendenti pagati dal pubblico denaro, ora tocca ai pensionati. Non si tratta, però, di coloro i cui redditi sono proporzionali ai contributi sociali versati dallo stipendio nel corso della loro l’attività, bensì delle persone che ricevono le cosiddette pensioni speciali: ex diplomatici, aviatori, magistrati, dipendenti dei Ministeri della Difesa e dell’Interno, o dell’intelligence. Il valore medio di un simile reddito ammonta a poco più di 8000 lei, cioè circa 2000 euro.
Troppo indecente! – esclamano alcuni romeni, dato che la maggioranza schiacciante dei circa 5,3 milioni di pensionati riceve, sempre mediamente, dieci volte in meno. A questo punto, il governo di Bucarest vuole modificare la legge in base alla quale vengono calcolate le pensioni speciali. Senza diminuire quelle che vengono pagate in questo momento, simili pensioni non potranno mai superare il salario medio intascato da una persona nel corso degli anni di lavoro. Inoltre, le pensioni speciali non saranno più aggiornate in base alle crescite salariali delle persone attive, bensì solo al tasso inflazionistico.
Il presidente del PSD, Liviu Dragnea, ha spiegato i motivi di una simile decisione: Il più alto rischio è che, se non si interviene, l’impatto di queste pensioni speciali sul bilancio, che oggi è di 6 miliardi di lei, possa arrivare ai 10 miliardi, agli 11 miliardi in due anni, forse persino ai 15 miliardi. In questo ritmo, nel giro di quattro-cinque anni, l’impatto può sfiorare somme altissime, bloccando la chance dello stato romeno di continuare la crescita delle pensioni per gli altri milioni di pensionati di Romania.
Dall’opposizione, il PNL è scontento. Lo spiega il primo-vicepresidente Ilie Bolojan: Il Partito socialdemocratico, per tutta la durata della campagna elettorale, non ha parlato per niente del fatto che interverrà sulle pensioni speciali, che imporrà certi limiti o che le diminuirà. In riferimento all’intervento tramite decreto governativo adottato in regime d’urgenza, respingiamo questa formula di soluzione, in quanto è stato dimostrato, come anche nel caso della legge sulla retribuzione unitaria, che, fatta su due piedi, senza valutare gli effetti che una legge possa generare, risultano effetti negativi in altri settori.
Così come esistono pensionati di lusso, in Romania ci sono anche bambini di lusso, i cui genitori beneficiano di indennità più che consistenti per allevarli, calcolate a seconda del reddito. La coalizione governativa di Bucarest ha dato il suo accordo alla limitazione di queste indennità. Il ministro del Lavoro, Olguta Vasilescu, ha inoltrato come proposta l’equivalente di 1800 euro al mese. Infine, da aggiungere che dal 1 agosto, i datori di lavoro pagano i contributi sociali e sanitari al livello del salario minimo lordo per i dipendenti assunti a contratto di lavoro a tempo parziale, anche se i loro redditi sono inferiori ai 1.450 lei (322 euro). L’obiettivo è quello di ridurre le situazioni in cui i contratti vengono firmati a tempo parziale solo per evitare le tasse.