Pene più severe per reati gravi
La Romania compie un altro passo nella lotta alla schiavitù e al traffico di esseri umani.
Daniela Budu, 28.06.2024, 13:57
In Romania, le pene per schiavitù e traffico di esseri umani saranno più severe e non potranno più essere sospese, secondo una legge promulgata dal presidente Klaus Iohannis. La legge, adottata il 28 maggio dalla Camera dei Deputati, come organo decisionale, mira a combattere la tratta di esseri umani e di minori. Pertanto, le nuove norme eliminano la possibilità di sospensione della pena sotto vigilanza in caso di reati di schiavitù e tratta di esseri umani, e le condanne per questi fatti possono arrivare a 15 anni di reclusione e alla interdizione di alcuni diritti. Inoltre, se i reati in cui sono coinvolti minorenni sono commessi da un funzionario pubblico, da un familiare o da una persona preposta all’educazione del bambino, le pene arrivano fino a 20 anni di reclusione.
La legge punisce con la privazione della libertà da tre a dieci anni la produzione, lo stoccaggio, l’esposizione, la promozione, la distribuzione e la messa a disposizione in qualsiasi modo di materiale pornografico minorile. Inoltre, la visione di tali immagini è punita con cinque anni di reclusione e da uno a tre anni l’accesso senza diritto a materiale pornografico con minori attraverso sistemi informatici o altri mezzi di comunicazione elettronica. Secondo il documento, vengono puniti anche i tentativi di commettere i reati di schiavitù e tratta di esseri umani, e il consenso delle vittime non costituisce un giustificato motivo.
Questa legge non è l’unica misura adottata dalla Romania per combattere questa piaga. Recentemente è stata lanciata a Bucarest anche la Strategia nazionale contro la tratta di esseri umani 2024-2028, che mira a ridurre questo fenomeno, identificare le vittime, offrire loro assistenza e punire i trafficanti. Le autorità sostengono che, rispetto all’inizio degli anni 2000, il Paese ha compiuto notevoli progressi negli sforzi di combattere il fenomeno, sia nella creazione del quadro giuridico che nella necessaria organizzazione istituzionale, ma ammettono che c’è ancora da fare.
Il più recente rapporto annuale sul traffico di esseri umani elaborato dal Dipartimento di Stato americano la scorsa estate indicava che la Romania non rispettava gli standard minimi nella lotta contro il traffico di esseri umani. Il documento indicava, inoltre, che la giustizia, gli inquierenti e le autorità incaricate alla tutela dell’infanzia in Romania sono piuttosto “dalla parte” dei trafficanti e, allo stesso tempo, estremamente duri con le vittime.
Un altro rapporto, pubblicato quest’anno dall’International Justice Mission, organizzazione internazionale che lotta contro la vulnerabilità delle vittime della tratta di esseri umani, sottolinea che le modifiche legislative in materia “non sono state effettuate in modo coordinato, in rapporto alla questione del traffico di esseri umani, ma piuttosto in maniera puntuale e non correlata”. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale contro la tratta di persone (ANTIP), dalla sua istituzione nel 2005, cioè lungo 19 anni, in Romania sono state registrate 19.000 vittime della tratta di esseri umani e sono state pronunciate oltre 4.000 condanne.