Parlamento: mozione di sfiducia contro il governo Cîțu
Letta la settimana scorsa nella plenaria del Parlamento di Bucarest, la prima mozione di sfiducia contro il Governo è sottoposta oggi all’esame e al voto del Legislativo. I suoi promotori, i socialdemocratici affermano di aver avuto negoziati con deputati e senatori di tutti i partiti politici e che molti sono scontenti. Quindi sono fiduciosi che la mozione passerà, anche se la matematica parlamentare non sembra a svantaggio dei partiti che formano l’arco governativo, PNL — USR/PLUS — UDMR. L’AUR ha già annunciato di aver deciso di sostenere l’iniziativa del PSD, nonostante sia scontenta che le sue proposte non siano state inserite nel testo della mozione di sfiducia. “Non votiamo a favore della mozione, bensì per la rimozione del governo Cîţu”, ha annunciato George Simion, copresidente dell’AUR.
Corina Cristea, 29.06.2021, 13:44
Affinché la mozione sia adottata e il governo allontanato c’è bisogno del voto favorevole di 234 parlamentari, mentre il PSD, l’AUR e i parlamentari indipendenti hanno insieme solo 205 voti. Direttamente interessato dalla mozione di sfiducia, il premier liberale Florin Cîţu annunciava, già da lunedì, che la decisione della maggioranza governativa è che i suoi parlamentari siano presenti in sala all’esame del documento, ma che non partecipino al voto. Le accuse dei socialdemocratici nei confronti del Governo Cîțu riguardano le misure dell’Esecutivo in settori di attività-chiave — pensioni, salute, istruzione e agricoltura, ma anche il modo in cui è stato redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Stando al PSD, l’attuale governo sta portando l’economia romena verso il precipizio con una velocità allucinante.
I socialdemocratici affermano che, mentre per la maggioranza dei romeni il potere d’acquisto diminuisce velocemente, “la camarilla politica e le compagnie privilegiate incassano profitti consistenti e la Romania vive da un giorno all’altro, di ampi prestiti a interessi altissimi. I prezzi sono aumentati molto e le tasche dei romeni si sono svuotate. Le bollette sono raddoppiate, i generi alimentari di base sono diventati beni di lusso, i farmaci essenziali non si trovano o sono molto cari. Un euro è arrivato a valere 5 lei, mentre un litro di benzina costa più di 6 lei. Il debito pubblico continua a superare record dopo record, mentre del deficit massimo del 3% nessuno si ricorda più! Nonostante tutto, gli assegni familiari, gli stipendi e le pensioni sono congelati e gli imprenditori si lamentano che lo stato non paga i lavori prestati!” — afferma il PSD.
Il principale partito all’opposizione critica il modo di governare dell’attuale maggioranza anche perché, stando ai socialdemocratici, aiuterebbe economicamente altri stati e non la Romania, nel contesto in cui ogni minuto si aggiungono 1.500 euro al deficit commerciale del Paese a causa del fatto che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. “Credo che il principale nemico dello sviluppo della Romania sia l’ex partito comunista, che ha avuto molti avatar a prescindere dalle sua denominazione: FSN, FDSN, PDSR, PSD”, ha risposto il leader liberale, Ludovic Orban.