Parlamento: mozione di sfiducia contro il governo Cîțu (aggiornamento)
Creata in seguito alle politiche dello scorso dicembre, l’attuale maggioranza PNL-USRPLUS-UDMR ha dovuto superare oggi due test. E’ stata bocciata a quello della costituzionalità. La Corte Costituzionale ha deciso che Renate Weber potrà riassumere la carica di Difensore Pubblico. Secondo la Corte, la decisione del Legislativo di revocarle la carica trasgredisce il principio dello stato di diritto, quello della legalità e della supremazia della Costituzione, nonché alcuni provvedimenti legali sull’organizzazione e il funzionamento dell’istituzione del Difensore Pubblico. Quando l’hanno rimossa dalla carica, i parlamentari della maggioranza le hanno rimproverato di aver trasgredito la legge fondamentale e di essere stata piuttosto un difensore del PSD, che l’aveva insediata nel 2019, quando era al governo. La maggioranza stava preparando già la nomina di un successore, però la Weber torna e potrà nuovamente esercitare il proprio diritto di contestare le leggi e le ordinanze di governo alla Corte Costituzionale.
Bogdan Matei, 29.06.2021, 18:40
Creata in seguito alle politiche dello scorso dicembre, l’attuale maggioranza PNL-USRPLUS-UDMR ha dovuto superare oggi due test. E’ stata bocciata a quello della costituzionalità. La Corte Costituzionale ha deciso che Renate Weber potrà riassumere la carica di Difensore Pubblico. Secondo la Corte, la decisione del Legislativo di revocarle la carica trasgredisce il principio dello stato di diritto, quello della legalità e della supremazia della Costituzione, nonché alcuni provvedimenti legali sull’organizzazione e il funzionamento dell’istituzione del Difensore Pubblico. Quando l’hanno rimossa dalla carica, i parlamentari della maggioranza le hanno rimproverato di aver trasgredito la legge fondamentale e di essere stata piuttosto un difensore del PSD, che l’aveva insediata nel 2019, quando era al governo. La maggioranza stava preparando già la nomina di un successore, però la Weber torna e potrà nuovamente esercitare il proprio diritto di contestare le leggi e le ordinanze di governo alla Corte Costituzionale.
La maggioranza governativa ha superato invece il test della coesione, in un momento in cui sia nel PNL, che nell’USRPLUS seguono congressi per l’elezione di nuovi capi, mentre i rapporti tra i due partiti non sono affatto cordiali. Ad aprile, i membri dell’USRPLUS annunciavano il premier liberale Florin Cîţu di avergli ritirato il sostegno politico perché aveva rimosso dalla carica il loro collega Vlad Voiculescu, ministro della Salute. Alla fine Voiculescu è stato sostituito, Cîţu è rimasto primo ministro e l’USRPLUS ha continuato a far parte della coalizione governativa. Oggi tutti i parlamentari della maggioranza sono rimasti ai loro posti senza esprimere il voto sulla mozione di sfiducia inoltrata dal PSD e votata solo dall’altro partito all’opposizione, AUR, nazionalista. Erano necessari 234 voti a favore, cioè metà più uno del numero totale dei senatori e dei deputati, però ci sono stati solo 201 voti favorevoli.
Stando agli analisti il risultato era prevedibile e la mozione è stata solo un esercizio di immagine per la sinistra, che ha avuto l’occasione di fare una requisitoria delle politiche sociali e salariali del Governo. Il PSD accusa lattuale governo di spingere l’economia romena verso il precipizio con una velocità allucinante. Mentre per la maggior parte dei romeni il potere d’acquisto diminuisce velocemente, la camarilla politica e le compagnie privilegiate incassano profitti consistenti — aggiungono i socialdemocratici, che considerano un fallimento anche il Recovery Plan, non ancora approvato dalla Commissione Europea.
In replica, i membri della maggioranza hanno ricordato agli oppositori le politiche allucinanti degli anni passati, quando il politico più forte in Romania era l’ex capo del PSD Liviu Dragnea, al momento incarcerato per atti di corruzione. I commentatori considerano che a prescindere dal colore dei protagonisti, i giochi politici del Parlamento abbiano sempre meno eco nella società. Alle ultime elezioni politiche, due terzi dell’elettorato non si sono nemmeno presentati alle urne. Mentre un ampio sondaggio demoscopico, reso pubblico questo mese, rileva che il 68,1% dei romeni considera che la situazione nel Paese vada in una direzione sbagliata, e solo il 25% che la direzione sia quella giusta.