Parlamento: entra in vigore nuovo statuto
Promulgata la scorsa settimana dal presidente Traian Băsescu, la legge che modifica lo Statuto dei parlamentari romeni è entrata in vigore. In precedenza, la normativa era stata adottata dalla plenaria del Senato e della Camera, ai sensi della decisione della Corte Costituzionale, la quale aveva dichiarato alcuni provvedimenti non conformi alla Legge fondamentale. Rivisti i rispettivi provvedimenti, la legge è stata, di conseguenza, adottata e promulgata.
Roxana Vasile, 11.07.2013, 13:35
Promulgata la scorsa settimana dal presidente Traian Băsescu, la legge che modifica lo Statuto dei parlamentari romeni è entrata in vigore. In precedenza, la normativa era stata adottata dalla plenaria del Senato e della Camera, ai sensi della decisione della Corte Costituzionale, la quale aveva dichiarato alcuni provvedimenti non conformi alla Legge fondamentale. Rivisti i rispettivi provvedimenti, la legge è stata, di conseguenza, adottata e promulgata.
Dalla legge è stato eliminata l’obbligatorietà delle motivazioni nelle richieste della Procura, se un parlamentare viene fermato, messo in arresto cautelare o perquisito. In tal modo, si rinuncia alla superimmunità che lo Statuto, nella vecchia forma, avrebbe offerto ai senatori e ai deputati. Altre modifiche importanti riguardano la limitazione dei voli e delle trasferte all’estero e il dimezzamento dei fondi stanziati all’alloggio dei senatori e dei deputati non residenti a Bucarest.
Se finora i senatori e deputati spendevano ciascuno circa 8.000 lei al mese (1.800 euro), d’ora in avanti dovranno prendere in affitto una casa oppure negoziare, individualmente o in gruppo, servizi alberghieri, per 4.000 lei al mese. Invece, le spese per le vacanze parlamentari, quando si presuppone che vadano a risolvere problemi nei collegi, saranno rimborsate dai fondi pubblici entro il limite di 8 giorni, mentre prima ciò valeva per 15 – 16 giorni.
Inoltre, i parlamentari potranno ricevere 1.000 lei per il trasporto, se rinunciano alla macchina di servizio. Per il Parlamento, questa opzione è benefica. Da una parte, perché in questo modo non saranno più rimborsati i soldi pagati per le riparazioni e i controlli delle autovetture. D’altra parte, perché non ci saranno più critiche legate all’acquisto di nuove auto, in quanto i criteri di acquisto saranno legati all’attività e all’incarico di un deputato eletto come presidente di una commissione o come membro dell’Ufficio Permanente, come avviene in tutti i parlamenti nazionali dell’Unione Europea.
Infine, il nuovo statuto dei parlamentari prevede anche modifiche del modo di utilizzare e giustificare le spese di organizzazione e funzionamento degli uffici parlamentari: i deputati e i senatori sono tenuti a giustificare il 50% della somma forfettaria, mentre finora la percentuale era del 46%. (trad. Gabriela Petre)