Parlamento: all’esame trasformismo e voto per corrispondenza
l trasformismo politico e il voto per corrispondenza sono stati sull’agenda di ieri del Parlamento romeno. In ambo i casi, le decisioni prese sono contrarie alle aspettative di un’intera società.
Florentin Căpitănescu, 10.12.2014, 15:15
Sin dall’inizio degli anni ’90, quando la Romania cercava di abituarsi alle pratiche democratiche, sono numerosi gli esempi di politici romeni che hanno migrato da un partito all’altro. La stampa li ha chiamati “opportunisti per vocazione”. Della portata del fenomeno nel Parlamento, ad esempio, testimonia il fatto che il trasformismo abbia portato alla nascita o al crollo di governi. Sempre nel Parlamento, questa volta in veste di legislatore, è stata adottata una controversa ordinanza d’urgenza del Governo grazie alla quale un eletto locale può cambiare partito, senza perdere il mandato. Durante i dibattiti al Senato, che ha il potere decisionale in questo caso, il leader del gruppo del Partito Socialdemocratico (numero uno al governo), Ilie Sarbu, si è pronunciato per la necessità di una simile regolamentazione.
“I nostri argomenti sono stati altri, che siamo stati l’Unione Social-liberale, che la gente era disorientata, che ha votato per una cosa e ha constatato che una parte dell’Unione se n’è andata da un giorno all’altro”, ha spiegato Sarbu.
L’Unione Social-liberale è l’alleanza che si è imposta categoricamente alle politiche del 2012, ma che, con il ritiro del Partito Nazional-liberale, è diventata un progetto politico dimenticato. Dal canto suo, il Partito Nazional-liberale, quello che, oggi, dopo la fusione con il Partito Democratico-liberale, è all’opposizione, ha criticato duramente il progetto, che, del resto, contesterà alla Corte Costituzionale.
“È stata incoraggiata la più dannosa pratica politica in Romania a livello locale, provinciale e nazionale. Dopo che il trasformismo politico ha cambiato maggioranze locali, provinciali e nazionali, adesso, viene emanata una legge che incoraggia il cambiamento di queste maggioranze, il che è innaccettabile dal punto di vista politico”, ha detto il leader del gruppo del Partito Nazional-liberale al Senato, Puiu Hasoti.
Sempre oggi, questa volta alla Camera dei Deputati, è stato bocciato il progetto che permetteva il voto per corrispondenza per i romeni all’estero. La Commissione di amministrazione e quella giuridica hanno raccomandato alla plenaria di non approvare il progetto, in quanto, nella forma proposta, esso avrebbe avuto carenze per quanto riguarda la sicurezza del voto.
Per gli osservatori è almeno strano che il Parlamento non abbia potuto adottare la legislazione sull’introduzione del voto per corrispondenza, come misura generalmente gradita con cui sarebbe potuto essere evitato l’affollamento ai seggi elettorali all’estero. Com’è successo, a causa dell’organizzazione deficiente del voto, alle presidenziali dello scorso novembre.
(traduzione di Adina Vasile)