Ordinanze d’urgenza per i codici penali?
La direzione del PSD ha preso una decisione politica e l’ha trasmessa all’esecutivo PSD — ALDE: considera opportuna l’adozione tramite ordinanza d’urgenza degli articoli dei Codici Penale e di Procedura Penale dichiarati costituzionali. Il motivo sarebbe che il processo di legiferazione dei due atti normativi dura ormai da troppo tempo. Il leader PSD, Liviu Dragnea: Si è parlato nel Comitato Esecutivo di questo argomento, su proposta di uno dei colleghi. Lo abbiamo trasmesso al ministro (della Giustizia — n. red.) e al primo ministro. Loro ci hanno trasmesso che analizzeranno la proposta. Vedremo cosa faranno. I nostri colleghi hanno motivato che è una storia che non finisce più e hanno detto che, per quanto riguarda gli articoli dichiarati conformi alla Legge fondamentale, che sono quindi passati per il filtro della Corte Costituzionale, non vedono perché non si possa emanare un’ordinanza d’urgenza”.
Ştefan Stoica, 11.12.2018, 13:38
La direzione del PSD ha preso una decisione politica e l’ha trasmessa all’esecutivo PSD — ALDE: considera opportuna l’adozione tramite ordinanza d’urgenza degli articoli dei Codici Penale e di Procedura Penale dichiarati costituzionali. Il motivo sarebbe che il processo di legiferazione dei due atti normativi dura ormai da troppo tempo. Il leader PSD, Liviu Dragnea: Si è parlato nel Comitato Esecutivo di questo argomento, su proposta di uno dei colleghi. Lo abbiamo trasmesso al ministro (della Giustizia — n. red.) e al primo ministro. Loro ci hanno trasmesso che analizzeranno la proposta. Vedremo cosa faranno. I nostri colleghi hanno motivato che è una storia che non finisce più e hanno detto che, per quanto riguarda gli articoli dichiarati conformi alla Legge fondamentale, che sono quindi passati per il filtro della Corte Costituzionale, non vedono perché non si possa emanare un’ordinanza d’urgenza”.
Gli articoli dichiarati non-costituzionali resteranno all’esame del Parlamento per essere messi in accordo con la Legge fondamentale. Una storia che non finisce più” diceva Liviu Dragnea. Una storia delle modifiche contestabili e contestate apportate alle leggi sulla giustizia e alla legislazione penale, iniziata — ricordano gli osservatori — con la famigerata Ordinanza 13 adottata a gennaio 2017, subito dopo l’insediamento al potere dell’attuale maggioranza di sinistra. L’ordinanza depenalizzava parzialmente l’abuso d’ufficio e sembrava creata a vantaggio del leader PSD e di altri come lui, indagati per reati del genere. In seguito alle pressioni della strada, l’ordinanza è stata ritirata. Ora come allora, l’opposizione di destra sostiene che non esiste alcun’urgenza che giustifichi l’adozione dell’ordinanza e accusa il PSD di sostituirsi al Governo e al Parlamento.
Il deputato PNL Ioan Cupşa ritiene che una decisione del genere sminuisce tutta l’attività parlamentare, mentre il deputato USR, Cristian Seidler, ricorda alla coalizione che bisogna tener conto, nel settore giustizia, delle raccomandazioni dei giudici della Corte Costituzionale della Romania e degli esperti internazionali. Cristian Seidler: La coalizione PSD-ALDE non ha alcuna legittimità, dopo l’Ordinanza 13, nemmeno di pensare ad un’ordinanza d’urgenza in materia di legislazione penale, di codici penali. Dovrebbe passare dal Parlamento e rispettare interamente sia le decisioni della Corte Costituzionale, che le raccomandazioni della Commissione di Venezia”.
Nel rapporto MCV pubblicato alla metà del mese scorso, la Commissione Europea ha chiesto alle autorità di Bucarest, tra l’altro, di congelare l’entrata in vigore delle modifiche proposte per essere apportate ai Codici penale e di procedura penale e di rilanciare il processo di revisione degli stessi, tenendo presente la necessità di garantire la compatibilità di questi codici con la legislazione europea e con gli strumenti internazionali di contrasto della corruzione. Dal canto suo, il Parlamento Europeo si è detto profondamente preoccupato per la riforma della legislazione giudiziaria e penale romena, argomentando che potrebbe minare a livello strutturale l’indipendenza del sistema giudiziario e la sua capacità di contrastare efficacemente la corruzione, nonché indebolire lo stato di diritto.