Opinioni sulla fratellanza romeno-italiana
La fratellanza romeno-italiana non si rispecchia nel semplice fenomeno migratorio dall’Italia verso la Romania e dalla Romania verso l’Italia — ha affermato, domenica, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi. I rapporti tra i due popoli hanno radici molto più profonde, al di là degli oltre dieci anni da quando la Romania è membro nell’UE, periodo in cui moltissimi romeni hanno scelto di vivere nella Penisola. I romeni e gli italiani — ha sottolineato il diplomatico italiano — si assomigliano molto non solo per la lingua che parlano, ma anche per il modo di pensare o di affrontare i problemi della vita. Quando viene celebrata la fratellanza romeno-italiana, è celebrata, infatti, la loro fratellanza latina storica — ha concluso Marco Giungi, che ha partecipato, a Cluj-Napoca, ad un evento organizzato dal Club Italiano d’Affari, sul tema della fratellanza italo-romena, ad un decennio dall’adesione della Romania all’Unione Europea. Questo è anche il tema di un libro presentato per la stessa occasione.
Roxana Vasile, 25.03.2019, 15:07
La fratellanza romeno-italiana non si rispecchia nel semplice fenomeno migratorio dall’Italia verso la Romania e dalla Romania verso l’Italia — ha affermato, domenica, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Marco Giungi. I rapporti tra i due popoli hanno radici molto più profonde, al di là degli oltre dieci anni da quando la Romania è membro nell’UE, periodo in cui moltissimi romeni hanno scelto di vivere nella Penisola. I romeni e gli italiani — ha sottolineato il diplomatico italiano — si assomigliano molto non solo per la lingua che parlano, ma anche per il modo di pensare o di affrontare i problemi della vita. Quando viene celebrata la fratellanza romeno-italiana, è celebrata, infatti, la loro fratellanza latina storica — ha concluso Marco Giungi, che ha partecipato, a Cluj-Napoca, ad un evento organizzato dal Club Italiano d’Affari, sul tema della fratellanza italo-romena, ad un decennio dall’adesione della Romania all’Unione Europea. Questo è anche il tema di un libro presentato per la stessa occasione.
Tra i relatori si è annoverata anche Corina Creţu, commissario europeo per la Politica regionale, stando alla quale, la presenza degli oltre un milione di romeni in Italia riflette il maggiore fenomeno migratorio di successo nella storia italiana. I romeni si sono inseriti rapidamente, sono diligenti, efficaci, rispettati, sono riusciti a partecipare alla vita politica e sociale delle comunità di cui fanno parte, vanno d’accordo e collaborano benissimo con i compatriotti di altri Paesi europei occidentali — ha affermato Corina Creţu. A metà febbraio, l’attuale vicepremier e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, sorprendeva sia i romeni che gli italiani: dopo che, lungo la sua carriera politica, aveva fatto dichiarazioni controverse nei confronti degli stranieri e qualche volta anche nei confronti dei romeni d’Italia, quando la Romania ha assunto la presidenza del Consiglio Europeo, Matteo Salvini ha cambiato approccio. I romeni — ha detto anche lui allora — rappresentano la comunità più numerosa in Italia, ma anche la più inserita dal punto di vista economico, culturale e commerciale. Perciò — ha precisato Matteo Salvini — è suo dovere, ogni giorno, proteggere la stragrande maggioranza dei romeni, gente per bene, isolando e punendo i pochi delinquenti che rovinano la loro immagine.
I rapporti romeno-italiani hanno alla base un Partenariato Strategico Consolidato, firmato dai ministri degli Esteri dei due Paesi il 9 gennaio 2008. Nel frattempo, i contatti politici sono stati frequenti e variati, come pure gli scambi culturali e scientifici. Dal punto di vista economico, l’Italia è uno dei principali partner della Romania sia dal punto di vista dell’interscambio commerciale, che dal punto di vista degli investimenti.