Nuovo premier incaricato a formare governo a Bucarest
La Romania ha un nuovo premier designato: il ministro delle finanze in carica, Florin Cîţu. Lo ha reso pubblico, mercoledì, il presidente Klaus Iohannis, non prima però di congratularsi con il PNL per i tre mesi di governo – guidati, secondo lui, da unagenda riformatrice – e di rimproverare il PSD per aver sempre cercato di bloccare lattività dellesecutivo. Il presidente ha ricordato che il primo governo liberale, presieduto dal leader del PNL, Ludovic Orban, è stato sfiduciato da una maggioranza formata intorno al PSD contro il disegno di legge che prevedeva il ritorno allelezione dei sindaci in due turni di scrutinio.
Ştefan Stoica, 27.02.2020, 11:30
La Romania ha un nuovo premier designato: il ministro delle finanze in carica, Florin Cîţu. Lo ha reso pubblico, mercoledì, il presidente Klaus Iohannis, non prima però di congratularsi con il PNL per i tre mesi di governo – guidati, secondo lui, da unagenda riformatrice – e di rimproverare il PSD per aver sempre cercato di bloccare lattività dellesecutivo. Il presidente ha ricordato che il primo governo liberale, presieduto dal leader del PNL, Ludovic Orban, è stato sfiduciato da una maggioranza formata intorno al PSD contro il disegno di legge che prevedeva il ritorno allelezione dei sindaci in due turni di scrutinio.
Successivamente, il capo dello stato ha designato sempre Orban come primo ministro, però il PSD ha ritardato le procedure parlamentari, si è arrivati ad un blocco e il premier ha rinunciato al mandato. Il presidente ha affermato che tramite la designazione di Florin Cîţu ha desiderato un superamento del blocco e trovare soluzioni ai problemi del Paese. Il primo-ministro designato ha promesso che cercherà di ottenere la maggioranza parlamentare necessaria allinvestitura del governo e che inoltrerà al Parlamento, il prima possibile, la lista dei ministri e il programma di governo. Sia prima che dopo essere diventato ministro delle Finanze, Florin Cîţu ha accusato il PSD che, tramite le sue politiche disastrose, abbia recato danni significativi al bilancio della Romania.
Il leader del suo partito, il premier in carica, Ludovic Orban, ha assicurato che la designazione di Cîţu è una garanzia che la riabilitazione economico-finanziaria continuerà. Florin Cîţu rappresenta una garanzia che sarà riparato il disastro provocato dai governi irresponsabili del PSD e che la Romania avrà una crescita economica sostenibile, basata su motori di crescita normali in uneconomia capitalista, ha affermato Ludovic Orban.
Il PSD, che gode ancora di una maggioranza relativa nel Parlamento, ha reagito subito, annunciando che non voterà un governo presieduto da Cîţu. A proposito della sua designazione, il leader ad interim dei socialdemocratici, Marcel Ciolacu, ha affermato: La designazione di Florin Cîţu mi sembra una cosa che supera limmaginazione. Io mi aspettavo che il signor Cîţu dichiarasse che cosa ha fatto con i 10 miliardi di euro presi in prestito in tre mesi e mezzo, non che fosse designato premier. È una designazione che ci lascia perplessi. Vedremo nel prossimo periodo che decisioni prenderanno, discuteremo anche con gli altri partner politici. Ovviamente il presidente ha scelto la via della crisi politica.
Ciolacu non esclude un ritorno alla Corte Costituzionale. In seguito ad una segnalazione da parte del PSD, la CCR ha stabilito che la seconda designazione di Orban ha avuto come scopo la bocciatura del governo nel Parlamento e non la formazione di una maggioranza che dia il voto di fiducia al nuovo governo. La Corte ha preso in considerazione le intenzioni dichiarate del presidente Iohannis e del PNL di avvicinarsi alla soluzione delle elezioni anticipate. La terza forza parlamentare, lUSR, con unideologia simile a quella dei liberali, afferma di voler far parte dellesecutivo, se sarà creata una maggioranza, e di avere come principale obiettivo lelezione dei sindaci in due turni. Invece, Pro Romania afferma che non voterà il governo, perché il PNL non avrebbe legittimità, squadra governativa, programma e neanche sostegno parlamentare.