Nuovi focolai di peste suina africana
Il 1° maggio 2018, la Romania aveva 4,129 milioni di maiali, in calo di oltre 357 mila rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dall’estate del 2017, a causa del virus della peste suina africana sono stati già abbattuti quasi 233 mila suini. Secondo il più recente bilancio dell’Autorità Nazionale Sanitaria Veterinaria e per la Sicurezza degli Alimenti, la peste suina è attiva in oltre 200 località di 13 distretti, uno in più rispetto alla fine della settimana scorsa. L’Istituto per la Diagnosi e la Salute Animale di Bucarest ha confermato il contagio di un maiale in una masseria del distretto di Dâmboviţa, nel sud della Romania, fino allora senza problemi. Sandu Tolea, capo della Direzione Sanitaria Veterinaria di Dâmboviţa, precisa che misure sono state prese a livello locale: “Sono state istituite la zona di protezione e quella di sorveglianza su superfici rispettivamente di 3 e 10 chilometri. Assieme all’Ispettorato Provinciale di Polizia abbiamo introdotto filtri.”
Roxana Vasile, 18.09.2018, 12:34
Il 1° maggio 2018, la Romania aveva 4,129 milioni di maiali, in calo di oltre 357 mila rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dall’estate del 2017, a causa del virus della peste suina africana sono stati già abbattuti quasi 233 mila suini. Secondo il più recente bilancio dell’Autorità Nazionale Sanitaria Veterinaria e per la Sicurezza degli Alimenti, la peste suina è attiva in oltre 200 località di 13 distretti, uno in più rispetto alla fine della settimana scorsa. L’Istituto per la Diagnosi e la Salute Animale di Bucarest ha confermato il contagio di un maiale in una masseria del distretto di Dâmboviţa, nel sud della Romania, fino allora senza problemi. Sandu Tolea, capo della Direzione Sanitaria Veterinaria di Dâmboviţa, precisa che misure sono state prese a livello locale: “Sono state istituite la zona di protezione e quella di sorveglianza su superfici rispettivamente di 3 e 10 chilometri. Assieme all’Ispettorato Provinciale di Polizia abbiamo introdotto filtri.”
Il numero dei focolai di tutto il Paese si avvicina a 900, inclusivamente nei complessi commerciali industriali. I responsabili del settore sanitario-veterinario continuano ad insistere sulla necessità di rispettare alcune regole elementari affinché la malattia non si diffonda più. Stando al ministro dell’Agricoltura, Petre Daea, adesso sarebbe la colpa della gente per l’aumento del numero di contagi dalla peste suina africana. Petre Daea: “Se ci sono segni clinici, il proprietario deve avvisare subito il veterinario. Se qualcuno desidera sacrificare il maiale, è d’obbligo che lo faccia alla presenza dei veterinari. I contadini devono dare al veterinario un pezzettino di carne che verrà analizzata per vedere se era o meno contagiato. Se questa regola non viene osservata in tutto il Paese non avremo successo.”
In altre parole, ogni sospetto di malattia deve essere annunciato subito. Tutti gli animali sospettati di essere contagiati vanno abbattuti, mentre i proprietari riceveranno risarcimenti. La peste suina africana non si trasmette agli esseri umani, quindi non esiste nessun rischio di contagio. Però il virus ha un enorme impatto a livello economico e sociale. Il semplice fatto di trasportare la carne di un maiale malato da un luogo all’altro può avere conseguenze drammatiche nella diffusione della malattia. Dato che 75 su 100 maiali allevati in masserie nell’UE si trovano in Romania, il pericolo della diffusione del virus è molto grande. E siccome le disgrazie non arrivano mai sole, le autorità temono ora che si diffonda in Romania anche la peste dei piccoli ruminanti, dopo che nella confinante Bulgaria sono stati segnalati 6 focolai. La malattia colpisce le pecore e le capre, mentre la mortalità degli animali contagiati può arrivare al 70%. Di conseguenza, è stata proibita la spedizione o l’acquisto dalle località colpite di animali o materiali seminali, ovuli ed embrioni, come pure il loro trasporto sul territorio della Romania.