Nuove proteste contro le modifiche nella giustizia
Migliaia di persone sono scese nuovamente in piazza a Bucarest e in più città romene per protestare contro i provvedimenti dell’Ordinanza che modifica le Leggi sulla Giustizia. Loro chiedono l’abrogazione dell’atto normativo che, secondo loro, intacca l’indipendenza dei magistrati e blocca l’attività delle procure. Avviata dal ministro della Giustizia, Tudorel Toader, e adottata dal governo la settimana scorsa, l’ordinanza modifica le regole di nomina delle varie categorie di giudici e diminuisce le prerogative dei procuratori.
Corina Cristea, 25.02.2019, 14:44
Tramite questo atto normativo, viene modificato il processo di nomina dei procuratori-capi e viene eliminato in gran parte il controllo su una sezione per le indagini nei confronti dei magistrati che, stando ai critici, è stata fondata per intimidire. Sono le più recenti modifiche effettuate dai socialdemocratici, al governo assieme all’ALDE, negli ultimi due anni e che hanno generato ampie proteste di piazza. “Siamo venuti per difendere ciò che è ancora rimasto dello stato di diritto”, hanno dichiarato i manifestanti, scandendo slogan anticorruzione e chiedendo le dimissioni dell’esecutivo.
Venerdì, centinaia di magistrati hanno protestato in più città importanti, mentre alcuni procuratori hanno deciso di sospendere l’attività in segno di protesta contro l’adozione di queste modifiche. La Commissione Europea, il Dipartimento di Stato degli USA e migliaia di magistrati romeni hanno dichiarato che questi cambiamenti mettono in pericolo l’indipendenza della giustizia e lo stato di diritto. “Le modifiche apportate alle Leggi sulla Giustizia tramite ordinanza d’urgenza, senza consultare il Consiglio Superiore della Magistratura e il corpo dei magistrati, hanno un enorme impatto negativo sulla capacità di tutti i procuratori di portare a compimento i loro doveri costituzionali”, si legge in un comunicato dei procuratori di Bucarest. Il PSD, che da quando è tornato al potere, alla fine del 2016, ha avviato una controversa revisione del sistema giudiziario, spiega le proprie azioni affermando che sono volte a “correggere gli abusi dei giudici” per sostenere una giustizia equa.
D’altra parte, i critici dicono che lo scopo di questa riforma abbia tra i beneficiari il capo del PSD, Liviu Dragnea, condannato per broglio elettorale. Durante il mandato di Laura Codruţa Kovesi, rimossa dall’incarico l’anno scorso, la DNA ha condannato per corruzione al vertice numerosi esponenti politici, ministri e parlamentari inclusi, ottenendo l’apprezzamento dell’UE. Ultimamente, però, Bruxelles, che sta monitorando attentamente la giustizia romena, ha attirato più volte l’attenzione al governo di agire in conformità alle raccomandazioni della Commissione Europea e rispettare lo stato di diritto.